La bella addormentata: Bordeaux
Due ore e mezza da Parigi, facile da raggiungere con il TGV, oppure dall’Italia passando per l’interno o per la costa atlantica, possiamo facilmente raggiungere la piccola cittadina di Bordeaux, capoluogo della Nuova Aquitania, una delle regioni più antiche della Francia.
Un tempo chiamata la “Bella Addormentata”, si perché prima del risveglio durato circa 15 anni, prima che ritrovasse il suo splendore, sonnecchiava con qualche visitatore qua e la “una tantum”; oggi oltre che meta da sogno per gli amanti del vino, vi sono arte, architettura, cultura, e ovviamente il cibo, meta di gastronomia raffinata da non sottovalutare, ed infine se ci spostiamo più verso la costa atlantica con pochi km raggiungiamo spiagge selvagge della Cote d’Argent dove poter praticare surf e altri sport acquatici.
Oggi il centro storico di Bordeaux un vero e proprio gioiello Patrimonio dell’Unesco, con la sua Place de la Bourse i suoi splendidi edifici e la sua “miror d’ eau” lo specchio di acqua creato al centro della piazza dove ci si può specchiare, ed infine l’ultimo simbolo vero della rinascita di questa incredibile città, il museo della Cite’ du Vin ribattezzato come il “Guggenheim del vino” ed inaugurato nel 2016.
La storia di questa città affonda le radici nell’antichità della città Gallica prima e Romana poi, occupata da Visigoti, Franchi e Normanni; influenzata dai vicini Baschi, e dominata dagli inglesi per 3 secoli. Fu sede del governo francese durante la prima e la Seconda guerra mondiale: antichità e modernità si incontrano con forte personalità, città incantevole e viva.
La città dell’acqua, Bordeaux è attraversata dalla Garonna che insieme alla Dordogna si estendono fino alle rive del grande estuario, la Gironda. Il fiume Garonna è interamente navigabile, e se decidete di attraversarlo, deliziatevi con uno splendido tramonto in battello e ovviamente un immancabile calice di vino.
Il piu grande Vignoble del mondo
Circondata dai vigneti, già piantati in epoca romana, distrutti poi dalla filossera a fine 800, e ripiantati con vigne discendenti da quelle già esportate negli Stati Uniti antecedentemente, Bordeaux possiede più di centomila ettari di vigneti suddivisi tra gli Chateaux più famosi del mondo. La zona del Bordeaux “ca va sans dire” è famosa in tutto il mondo per i suoi meravigliosi vini.
Vini Nobili, dal carattere deciso ed inconfondibile, e soprattutto a seconda di dove ci troviamo se sulla sponda destra o quella sinistra della Gironda avremo risultati, e blend per uno stile finale degno del suo grande nome: il Taglio Bordolese, nato dall’accurato assemblaggio dei grandiosi vitigni Merlot, Cabernet Sauvignon e Cabernet Franc.
Ebbene si, questo è l’habitat naturale delle uve a bacca rossa sopra citate, ma anche in minima percentuale di Petit Verdot, Malbec e Carmenere, ed infine alcuni vitigni a bacca bianca come Semillon, Sauvignon Blanc e Muscadelle.
Il terroir dei Grandi vini è proprio qui, vicino alla costa occidentale che si affaccia sull’Atlantico, questo piccolo comune nel cuore di questa regione vitivinicola particolarmente vocata: si estende fino alle rive della Gironda, presenza fluviale che assicura un clima mite e in più cullato dalle correnti oceaniche.
Il terreno inoltre è estremamente variegato: alla sinistra nella zona del Medoc troveremo ghiaia, ciottoli e pietre, mentre a destra troveremo più argilla, calcare e sabbia, creando così i presupposti naturali per la coltivazione di vitigni dalle grandi potenzialità.
Le due sponde
Partendo per questo incredibile viaggio da Nord-Ovest di Bordeaux e lungo l’estuario della Gironda, sulla riva sinistra, incontriamo la zona del Medoc, letteralmente la “terra di mezzo”: un susseguirsi di vigne a perdita d’occhio dove emergono meravigliosi Chateaux, 100 km da Le Verdon sul Mer all’estremo nord di Bordeaux.
I vigneti del Medoc godono di un clima oceanico, il cosiddetto Medoc atlantico è terra di acqua in tutte le sue sfaccettature in alcuni punti più tumultuosa e salata, ed in altri punti più delicata e accogliente.
Il Medoc è diviso a sua volta in due parti: quella più a nord che prende il nome della regione stessa (Medoc) mentre quella più a sud prende il nome di Haut Medoc.
I celebri comuni per le denominazioni più prestigiose sono St-Estephe, Pauillac, St-Julien e Margaux, dove troviamo i più rinomati Chateux della zona come Lafite-Rotschild, Latour, Margaux, Mouton-Rothschild risalenti ad una classificazione del 1855, nella loro costante ricerca di perfezione.
Qui la produzione è riservata principalmente al vitigno Cabernet Sauvignon, che si adatta perfettamente al terreno più ghiaioso e ciottoloso seguito da Merlot e Cabernet Franc in percentuali minori.
Il primo comune che visitiamo è St-Estephe, che produce i Cru Bourgeois più interessanti, di grande struttura e un tannino evidente degno del risultato di percentuali ambiziose di Cabernet Sauvignon, i vini di questa zona spesso richiedono un affinamento importante per raggiungere la piena maturità.
Recentemente i produttori hanno spesso aumentato le percentuali di Merlot utilizzato, per smorzare la robustezza e rendere il vino più morbido e approcciabile.
Scendendo a sud incontriamo poi Pauilliac, dove troviamo tre dei cinque Chateaux più celebri e classificati come Premier Cru: sempre con maggiore percentuale di Cabernet Sauvignon, ritroviamo robustezza si, ma anche eleganza e raffinatezza nelle note più dure ed erbacee tipiche del Cabernet, offrendo vini che invecchiano eccellentemente in bottiglia per almeno dieci anni.
L’ultimo a sud che consigliamo di visitare è Margaux, il più celebre dell’Haut Medoc, che grazie al terreno fortemente ghiaioso, consente di ottenere vini eleganti e dalla ricchezza aromatica estrema, mantenendo una notevole struttura.
Spostandoci nella parte orientale della regione, ovvero alla destra del fiume Garonna, proseguendo verso sud incontriamo l’area che si estende presso la città di Libourne lungo il fiume Dordogne.
Qui grazie alla presenza di più argilla e calcare nel terreno, il vitigno che si adatta maggiormente è il Merlot; questa zona al contrario del Medoc è prevalentemente collinare.
Saint Emillon è il comune medievale per eccellenza, un museo a cielo aperto, con i primi vigneti classificati al mondo: la composizione del terreno, le esposizioni ed i sapienti assemblaggi danno origine a vini più rotondi e morbidi, tannini setosi, e dalle sfumature olfattive e gustative estremamente apprezzate in tutto il mondo.
Cheval Blanc e Petrus sono i più rinomati, ma si trovano anche piccole realtà a conduzione familiare come Chateaux de Laudes, molto accogliente, dove i vini sono classificati come Saint Emillon Gran Cru, o ancora la cantina storica Chateau de Ferrand con 32 ettari di vigneti posizionati nelle zone ad altitudine più elevata, qui i vini sono classificati come Grand Cru Classe.
Questo paese vanta un’enoteca ogni 8 abitanti, la chiesa monolitica più grande d’Europa, e assolutamente vietato lasciare il villaggio senza aver assaggiato i dolci locali, i macaron.
Oltre ai vitigni principali a bacca rossa sopracitati, di notevole importanza sono quelli a bacca bianca, che anche se ricoprono solo il 10% del territorio, sono di qualità indiscussa, parliamo di Semillon e Sauvignon Blanc, i quali si sviluppano principalmente sotto la città di Bordeaux, nelle zone di La Grave, con il riconoscimento dell’AOC di Pessac-Leognan, dove i vini presentano una ricchezza e struttura inconfondibili, con grandi potenzialità di invecchiamento e maturazione.
Scendendo a sud delle Grave, seguendo la Garonna ci approcciamo invece alla celebre zona di Sautern e Barsac, dove la produzione è rinomata per i vini dolci e muffati, di eccellente eleganza, equilibrio e complessità aromatica, nonché longevità estrema.
Le uve utilizzate per la produzione di questi grandi vini sono: Semillon in percentuali maggiori, Sauvignon Blanc e talvolta Muscadelle, che durante il processo di maturazione ed invecchiamento acquisiscono complessità e ricchezza di aromi e sapori.
Un passaggio obbligatorio deve essere dedicato allo Chateux d’Yquem, unico e prestigioso vino dolce bianco ad ottenere il riconoscimento nella classificazione del 1855 di Premier Cru Superior.
Il Ruolo dell’Assemblaggio
Il taglio bordolese nasce innanzitutto dalle esigenze e tempi di maturazione dei due vitigni principali, che sono diverse tra loro, il Merlot matura quasi un mese prima del Cabernet, questo permette ai viticoltori di effettuare vinificazioni separate, in tempi distinti, per poi assemblare i vini successivamente, ed ottenere stili differenti a seconda anche delle annate, delle zone e delle percentuali utilizzate.
Il merlot rilascia colore, complessità olfattiva ma anche morbidezza e setosità ed ammorbidisce il tannino spinto del Cabernet, soprattutto se ci troviamo in zona Medoc o Haut-Medoc, mentre quest’ultimo è un vitigno che fa da spina dorsale, dando corpo struttura e muscolosità; quando ci troviamo nelle zone di Saint Emillon o Pomerol, il merlot ottiene più struttura e consistenza anche grazie all’aiuto del Cabernet.
I vitigni vengono vinificati separatamente, fermentazioni con lunghi rimontaggi per poter estrarre al massimo colore e tannino, spesso le macerazioni lente sulle bucce avvengono prima e dopo le fermentazioni, in modo da avere colori ed aromi decisi; la conversione malolattica avviene in barrique dove poi il vino riposa il tempo necessario a smorzare i tannini nel caso del Cabernet oppure a rilasciare sentori ricercati di tostature e caffè nel caso del Merlot, l’assemblaggio tra vitigni avviene solitamente alla fine dell’affinamento, con lo scopo di dare eleganza, equilibrio e uno stile ben definito.
Diversi i terreni, diversi i vitigni che si adattano più alla sponda destra o alla sponda sinistra, e molteplici gli stili finali di questi vini, grazie al lavoro meticoloso e ricercato dell’uomo che fa di questi elementi i fondamentali per l’assemblaggio dei vitigni più conosciuti al mondo.
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