La Blanquette de Limoux: storia dell’antagonista dello Champagne
Sicuramente vi sarà capitato di aver assaggiato il celebre Champagne, pregiati vini rifermentati in bottiglia di qualità eccellente prodotti nell’omonima regione francese ad est di Parigi. Molto meno certamente, se non siete degli esperti del settore, vi sarà capitato di assaggiare o sentir parlare della Blanquette. Eppure stando ad alcuni documenti storici è lei, la Blanquette de Limoux, la più antica bolla prodotta in Francia, sebbene questo primato non le sia valso come passepartout per la celebrità. Infatti, per quanto la sua qualità sia alta, i prezzi sono molto più contenuti rispetto allo Champagne e la sua richiesta mondiale nettamente inferiore. Ripercorriamo insieme i passi della Blanquette de Limoux dalla sua nascita ad oggi per imparare a conoscerla e apprezzarla come merita.
Scopriamo la Blanquette de Limoux
Blanquette de Limoux: la storia
Siamo in Linguadoca (Languedoc- Roussillon) nella parte meridionale della Framcia a Limoux una piccola città dell’Aude nella regione occitana, circondata da colline e pendii che vedono il Corbières ad est e i Pirenei a sud. Nel XVI secolo, precisamente nel 1531, la Blanquette “de Limoux” ebbe origine nelle cantine dell’abbazia benedettina di Saint-Hilaire. I monaci dell’abbazia si resero conto che il vino bianco che avevano imbottigliato e tappato era frizzante, ossia formava ‘bolle’ al suo interno. Da allora iniziarono a dedicarsi allo studio di questo fenomeno e alla produzione di questo vino che fermentava in bottiglia diventando frizzante. Senza saperlo avevano creato il primo vino con metodo classico al mondo: la Blanquette de Limoux.

Blanquette de Limoux: la rivalità con lo Champagne
La leggenda vuole che sia stato Dom Perignon a intuire come produrre i vini con metodo classico o champenoise, inducendo la rifermentazione in bottiglia con miele o resina. La data di nascita dello Champagne è fatta risalire al 1688. I produttori di Blanquette ne hanno rivendicato la paternità e portato come prova un documento che certificava l’anzianità delle loro bollicine. Il documento è datato 25 ottobre 1544 dove viene menzionata la “blanquette” di Limoux nelle forniture scritte dal clavario, cioè il tesoriere del comune di Limoux, dove veniva menzionato anche un ordine del signore della regione, il Sieur d’Arques, che era noto per festeggiare le sue vittorie stappando bottiglie di blanquette.

Documento che attesta l’anzianità della Blanquette. Fonte Sito del comune di Saint Hilaire
Questo documento scritto ha confermato la precedenza della Blanquette sullo Champagne, ponendo definitivamente fine alla querelle. In più i produttori di Limoux aggiungono che l’abate Dom Perignon si fosse recato più di una volta a Saint Hilaire dai colleghi benedettini per studiare la tecnica di produzione della celeberrima Blanquette.
Blanquette de Limoux: legislazione e produzione
La Blanquette de Limoux è la prima AOC della Linguadoca e una delle prime denominazioni della Francia, con decreto legge del 18 febbraio 1938 è ufficialmente riconosciuta Appellation d’Origine Contrôlée, insieme alla Blanquette Méthode Ancestrale, con il minimo 90% Mauzac, 10% tra Chenin e Chardonnay, sono riconosciuti 4500 ettari delimitati in 41 comuni intorno a Limoux. Si aggiunge il 21 agosto 1990 l’AOC Crémant de Limoux: la sua composizione obbedisce a regole rigorose e molto più complesse di quelle delle Blanquette. Il vitigno di maggioranza deve essere lo Chardonnay e completato con Chenin, Mauzac e/o Pinot Nero in parti variabili.
Il vitigno principe per la produzione della Blanquette è il Mauzac a cui possono essere aggiunti in parti variabili Chardonnay e Chenin, che come abbiamo visto sono autorizzati da disciplinare e conferiscono la giusta acidità finale e morbidezza.
I vigneti di Limoux si trovano all’estremità occidentale della Linguadoca, ad un’altitudine che oscilla tra 200 e 600 metri, che consente di mitigare il caldo estivo. Da un punto di vista climatico, l’influenza del Mediterraneo è contrastata da correnti oceaniche, la zona è soleggiata e garantisce buona esposizione al sole e le piogge sono equilibrate. La presenza dei Pirenei chiude questo quadro idilliaco, proteggendo la regione. I terreni si alternano tra sabbiosi-argillosi e argillosi-calcarei. Le rese, 50 hl / ettaro, sono tra le più basse in Francia per la produzione di sparkling.
Blanquette de Limoux: caratteristiche e stile
La caratteristica che colpisce al primo approccio con la Blanquette de Limoux è un immediato sentore di mela verde, tipico del vitigno Mauzac. Altri sentori sono fiori (biancospino e acacia), frutti ( pesca bianca, lime) e secondari di miele e lieviti. Le bollicine della Blanquette sono fini e persistenti e danno vita a un bel perlage. L’acidità è medio-alta, il dosaggio molto basso, si preferisce, infatti, la versione brut. Buona persistenza aromatica, ritorno di note agrumate e mature, confermate da un alcol solitamente più elevato (circa 13%ABV) rispetto al Nostro Signore Champagne.
La Blanquette si accompagna bene al pesce specialmente con salmone, ostriche, crostacei in genere e persino fritture. Vi proponiamo in degustazione una classica Blanquette facile da trovare nella vostra enoteca di fiducia: Cuvee Francoise Brut della Mason Antech.
La Cuvee Francoise è prodotta da 90% Mauzac, 5% Chardonnay e 5% Chenin, e spende 18 mesi in autolisi. Buon corpo e struttura, finale lungo e persistente.
Cheers!
Relatore per Degustibuss regione Campania, in possesso del secondo livello WSET, Sommelier AIS. Laureata in Culture digitali e della Comunicazione nell’Università Federico II di Napoli, ha fatto della sua passione un lavoro unendo gli studi all’amore per la sua terra e per il vino. Si occupa di comunicazione digitale nel settore enogastronomico. Ha collaborato con diverse associazioni, cantine e locali sul territorio per la realizzazione di eventi e degustazioni con l’obiettivo di promuovere i vitigni e i vini campani.