Fare il sommelier è certamente un mestiere che per alcuni potrebbe sembrare soltanto un sogno, ma che invece per coloro che provano a percorrere questa strada si rivela un cammino dove si palesa, evidente, la necessità di dover imparare nozioni che per la maggior parte dei semplici appassionati è assolutamente fuori portata.
Non si parla soltanto di studiare con cura le proprietà organolettiche dei vini, ma soprattutto dell’imparare ad utilizzare gli strumenti del mestiere: tastevin, frangino, termometri per vino, oltre alle conoscenze da acquisire dal punto di vista tecnico, c’è da aggiungere anche un certo “peso” delle certificazioni ottenute, le quali sono necessarie (almeno in Italia) per essere riconosciuti come sommelier.
Per questo l’iter ufficiale prevede l’iscriversi ad un corso per sommelier, di cui esistono 3 livelli, ognuno della durata che va dai 4 ai 6 mesi, per poi sostenere l’esame finale.
Al di là dell’obbligo formativo, ci sono molte altre buone motivazioni per considerare di frequentare un corso, che vanno ben oltre il semplice imparare il metodo di degustazione, ma che anzi potrebbe rivelarsi il punto di svolta per capire se è davvero questa la strada che si vuole intraprendere.
Quali sono però questi altri buoni motivi per iscriversi? Vediamoli insieme, qui di seguito.
6+1 buoni motivi per iscriversi ad un corso di sommelier
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L’importanza del ruolo
Innanzitutto, partiamo dal primo punto: il mercato dei vini e degli assaggiatori è in continuo aumento. Complice una diffusione sempre più capillare dell’arte delle vigne, oggi possiamo contare su una varietà di etichette e denominazioni impensabile fino a qualche decennio fa. Il sommelier diventa un ruolo essenziale all’interno di moltissimi contesti, soprattutto enogastronomici di alto livello, per individuare immediatamente i prodotti migliori in circolazione e per consigliare la clientela sui giusti abbinamenti vino-cibo, un marchio di fabbrica di qualsiasi ristorante che aspiri all’eccellenza.
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Passione personale
Non mettiamo in secondo piano anche chi segue un corso per sommelier solo per pura passione. Il vino è il “nettare degli dei” dopotutto, quindi è più che comprensibile che si voglia imparare ad apprezzare questa bevanda nel miglior modo possibile, magari anche riuscendo ad autoconsigliarsi durante le occasioni importanti, oppure per dare una mano agli amici per i loro eventi.
Come ogni cosa, la passione è indispensabile per essere dei professionisti, specialmente in un ambiente complesso come quello dei vini. Farlo per queste motivazioni è quindi assolutamente sensato. -
Viaggiare e conoscere storie
Per poter assaggiare alcune tipologie di vino, si dovrà in un modo o nell’altro viaggiare.
Magari la cantina non effettua spedizioni, oppure propone giornate di degustazioni con passeggiata nell’azienda annessa, quindi diventare sommelier significa anche trovare nuove occasioni per imbarcarsi in un viaggetto e andare a scoprire terre poco conosciute e soprattutto trovare nuove amicizie inaspettate, magari proprio nei produttori di quel vino che producono soltanto in quell’angoletto di mondo.
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Cultura e conoscenza
Chi ha detto che non si possa frequentare un corso semplicemente per ampliare i propri orizzonti conoscitivi?
Magari attraverso la certificazione non si troverà il lavoro dei propri sogni, ma si potrà iniziare a bere meglio, conoscendo le etichette, riuscendo a distinguere una Falanghina del Sannio da una dei Campi Flegrei, capendone quantomeno le differenze.
Nessuno ha mai detto che il sapere fa male, soprattutto in territorio vinicolo.
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Abbinare cibo e vino
Al di là dei consigli, conoscere bene le proprietà di un particolare vino significa aggiungere un ulteriore strato di sapore alla cena oppure il pranzo in cui si accompagna con coscienza un vino a un piatto specifico. Chiunque vi ringrazierà per aver portato una buona bottiglia a tavola e, magari, potrete “contagiare” amici e parenti con una passione che non si aspettavano fosse così piacevole.
Il detto dice che chi non beve ha qualcosa da nascondere, in questo caso forse è meglio il contrario: chi apprezza un buon vino ha un bagaglio culturale di un certo tipo alle spalle che glielo permette.
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Arricchire il proprio CV
Molte attività di ristorazione potrebbero apprezzare un membro dello staff con una conoscenza approfondita dei vini, quindi un corso per sommelier è certamente una risorsa aggiuntiva da spendere quando si sta cercando un’occupazione in ambito gastronomico. Un cuoco, o una chef o un sommelier con conoscenze sul vino, danno al cliente finale la possibilità di spaziare su tutta la panoplia di emozioni che enogastronomia è in grado di dare, se queste figure saranno incaricate di creare il menù dell’attività, consigliare un vino ai clienti direttamente sulla carta è un’opportunità in più.
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(6+1) Il Fascino della Divisa!
Tutti imbellettati al momento del servizio, armati di sorrisi e strumenti del mestiere: diciamolo, uno dei motivi per diventare Sommelier è sicuramente acquisire un nuovo status symbol decisamente affascinante e che vi porrà in una posizione di rilievo tra tutti i commensali.
Immaginatevi in eventi o in degustazioni comparire come faro nella notte, come il vigilante solitario che arriva in soccorso delle persone in difficoltà di scelta tra una bollicina e un fermo.
E magari tra un consiglio ed un altro riuscire anche a instaurare rapporti lavorativi e relazionali profittevoli. You are the star!
In conclusione
Iscriversi ad un corso di sommelier può portare molti vantaggi di vario tipo, ma è importante che non si scelga di frequentarlo “tanto per”. Diventare sommelier non dona superpoteri e non è detto che si potrà distinguere “a naso” o “a lingua” quale vino stiamo assaggiando, tuttavia riusciremo ad apprezzarne meglio le proprietà, a patto che non si cada nella grande trappola del farsi pregiudicare l’esperienza da un’etichetta: il peccare di arroganza è un problema molto serio nel campo dei sommelier.