Oggi il barman è una figura professionale di alto livello con competenze tecniche approfondite
Una volta fare il barista significava fare gavetta per mesi, iniziando da caffè e cappuccini e poi preparando timidamente qualche Spritz, fino a imparare il modo migliore o almeno quello più a genio per il capo. Oggi il barman è una figura professionale di alto livello con delle competenze tecniche e conoscitive approfondite, che si apprendono seguendo corsi specifici su come diventare barman e tanta gavetta.
Perché tutti vogliono diventare barman
La professione del barman è un’alternativa valida per chi ha deciso di rivoluzionare la sua vita a partire dal lavoro. È possibile infatti diventare barman seguendo un corso da barman e imparando sul campo.
In un’epoca in cui il lavoro fisso e stabile per tutta la vita non esiste più, molti scelgono di cambiare vita e abbandonare la loro professione. Per voler essere conformi al modello delle generazioni precedenti, quando si studiava, ci si laureava, magari in giurisprudenza o medicina, e si era certi di trovare un lavoro e mantenerlo per tutta la vita, molti si sono ritrovati incastrati in una professione non del tutto conforme alla propria personalità. D’altro canto, la sicurezza della professione è venuta meno per via della crisi del mercato del lavoro.
Ma allora perché continuare a fare un lavoro che non ci soddisfa e addirittura ci rende infelici, ora che sono venuti meno i benefit del posto fisso e lo status sociale non si determina più a seconda della professione?
Molte professioni, tempo fa ritenute non abbastanza prestigiose perché pratiche e “non di pensiero”, come quelle nel campo della ristorazione, oggi sono alla ribalta, perché resistono bene alla crisi economica e alla disoccupazione.
Inoltre l’ideale un po’ yuppie del professionista non va più e non è in linea con i nuovi modelli di vita e le aspirazioni dei giovani di oggi.
Succede quindi che tanti trentenni e oltre, avvocati o medici, abbandonano le loro professioni solo apparentemente promettenti e di prestigio, per lavori più concreti, creativi e a contatto con le persone, come per esempio quello del barman.
Il personaggio del barman trendy e sexy, uno degli eroi romantici della nostra epoca, nasce nel mondo delle favole moderne, il cinema. Nel film Cocktail del 1988 Tom Cruise interpreta il “barman poeta” Brian Flanagan. Dal quel momento inizia in tutto il mondo una vera e propria Barman-mania che trasforma chi sta al bancone in una star, e convince molti a studiare come diventare barman.
Tom Cruise-Brian Flanagan incarna alla perfezione il sogno americano di colui che arriva a realizzare i propri desideri di diventare barman, o bartender come si dice negli States, pur non avendo alle spalle grosse risorse economiche, o un’istruzione di primo livello. Solo armato della sua determinazione e appeal. È proprio la voglia di arrivare e prendere in mano la propria vita che spinge i giovani a intraprendere la carriera al bancone, tra shaker, long drink e after dinner.
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Diventare barman: cosa distingue un barista da un bartender professionista
In molti da giovani hanno vissuto l’esperienza di trovarsi dietro il bancone di un bar, per mantenersi gli studi o prendere confidenza col mondo del lavoro. Ma c’è una grande differenza tra il semplice barista, chi fa il barman per hobby o per passione, e il barman professionista.
Per diventare un barman professionista bisogna studiare e inoltre c’è da fare tantissima gavetta perché la teoria da sola non basta. Bisogna rimboccarsi le mani e sperimentare. Una volta raggiunto un buon livello finalmente si può scendere in campo e iniziare a lavorare, ma non finisce qui: lo studio non va mai abbandonato, perché è necessario aggiornarsi per essere sempre sulla cresta dell’onda. Quella del barman è una professione creativa e la creatività va alimentata.
La differenza tra barman e barman professionista è stata decisa nel 2009 dall’A.M.I.R.A. (Associazione Maîtres Italiani Ristoratori e Alberghi) che ha eletto il termine Convivier come nuovo nominativo per indicare la categoria dei barman professionisti, proprio per distinguerli da coloro che praticano il servizio senza una qualifica che ne attesti la professionalità. Molti imparano la professione solo sul campo ma questo non basta. Certo, anche la gavetta è molto importante, ma prima è necessario avere delle basi teoriche.
Per diventare barman professionisti, infatti, sono necessarie attitudini e accortezze particolari, che possono essere imparate solo seguendo un corso da barman, imparando teoria e pratica. In seguito sarà possibile trovare un buon lavoro come barman e continuare il training sul campo. Il barman qualificato all’opera in un locale di qualsiasi genere farà ricorso a tecniche e metodologie precise, apprese durante gli studi, che lo renderanno più professionale rispetto a un “addetto alle bevande” privo di qualifica.
Il percorso di formazione professionale è una tappa importantissima ed è un vero e proprio investimento economico. I corsi che supportano come diventare barman possono sembrare costosi, ma in alcuni casi, la spesa è giustificata da strutture autorizzate, specializzate e con docenti competenti. Tuttavia il prezzo non è sempre a garanzia della qualità; serve comunque informarsi per non sbagliare.
Quello del barman è un campo in cui relazioni sociali sono importantissime. Quindi bisogna prima di tutto conoscere cosa offre la scena: frequentare altri locali, osservare, dialogare e anche “copiare” qualche trucco del mestiere. Questo perché, nonostante le sessioni di pratica e l’affiancamento a barman professionisti, il corso è solo un corso. Il lavoro sul campo è tutta un’altra storia e la gavetta è fondamentale per diventare un barman con personalità.
Avere le carte in regola per diventare un bravo barman
Il ruolo del barman professionista, sia che lavori all’interno di bar oppure locali serali o discoteche notturne, è quello di stare dietro il bancone a diretto contatto con i clienti, preparare drink e bevande di vario genere, come cocktail, long drink, aperitivi, digestivi, liquori, analcolici. I drink devono presentarsi bene alla vista (anche gli occhi vogliono la loro parte!) e l’addetto alla preparazione deve saper destreggiarsi nella miscela dei vari ingredienti, essere in grado di dosarli nelle giuste quantità, abbinarli secondo le regole (o variare secondo il proprio estro), scegliere il bicchiere adatto per servire il cocktail, ed eseguire tutti i movimenti in modo giusto e quasi coreografico, perché molto conta la scena. Infine, in barman si occupa anche della gestione del bancone, della pulizia e della chiusura del locale.
Soprattutto nei locali alla moda, il barman rappresenta il biglietto da visita, proprio come un addetto alla receptionist in un hotel, e infatti spesso il barman viene chiamato bartender. È fondamentale dunque per un barman come si deve avere una buona capacità comunicativa, necessaria in ogni lavoro a contatto col pubblico, capire cosa vuole chi sta di fronte al banco per cercare il più possibile di accontentalo. Ma per un barman eccellente serve qualcosa in più: cordialità ed estrema disponibilità con la clientela. Il barman deve intrattenere i clienti e farli divertire.
Un bravo barman ha una passione infinita per la sperimentazione, ed è attentissimo alla qualità degli alcolici che utilizza nei suoi drink perché mixare è un’arte, e per creare un’opera d’arte ci vuole equilibrio e genio, e il coraggio di improvvisare un cocktail mai provato prima.
Come diventare barman, quindi? Innovazione, fantasia, professionalità e qualità: questo è ciò che cerca il cliente.