Gustare un buon vino è un’esperienza che coinvolge tutti i sensi: olfatto, gusto, vista, tatto e udito entrano tutti in gioco quando apriamo una nuova bottiglia di vino e ne assaporiamo l’aroma. Sarebbe un peccato rovinare questo piccolo momento di gioia tenendo il calice nel modo sbagliato!
Spesso si pensa che il galateo, le raccomandazioni di bon ton e le linee guida che regolano il mondo del food, e soprattutto del vino, nascondano qualcosa di “snob” più che di utile. Niente di più falso. Quando si parla di pratiche come il tenere in mano un calice di vino, enologi, sommelier ed esperti del settore concordano tutti su una regola basilare: mai tenere il calice dalla coppa!
Ma vediamo nel dettaglio quali sono i modi in cui si tiene il calice di vino e perché è importante saperlo mantenere correttamente.
I modi corretti per tenere il calice di vino, tenendo presente la regola basilare che abbiamo enunciato poco fa, sono sostanzialmente 3:
1. Dallo stelo, con tre dita. Pollice, indice e medio avvolgono lo stelo del calice, mentre le altre dita si adagiano in maniera naturale sulla base del bicchiere
2. Dallo stelo, con due dita (pollice e indice). Questa modalità è ottimale quando il bicchiere è molto leggero: si avvolge l’indice attorno allo stelo del calice mentre il pollice mantiene ben salda la posizione.
3. Direttamente dalla base. Pollice e indice vanno ad abbracciare la base del calice, mentre le altre dita si chiudono in basso per sostenere la parte inferiore della base.
Perché è importante l’impugnatura del cal
Insomma, in tutte e tre le modalità abbiamo visto come sia importante limitare al massimo il contatto fisico con il bicchiere. Ma perché? Quali sono motivi per cui è così importante fare attenzione a come teniamo un calice di vino?
- Uno dei motivi principali per cui è sempre buona norma tenere il calice di vino dallo stelo è per evitare di riscaldare il bicchiere. Quasi tutti i vini, infatti, vengono serviti a una determinata temperatura per far sì che vengano gustati al meglio del loro sapore: il contatto con la mano può alterare la temperatura del vino dato che la temperatura corporea media di una persona si aggira attorno ai 36,5°. Il calore del corpo fa aumentare la temperatura del vino, e ciò può alterarne il profilo aromatico.
- Un altro motivo riguarda l’igiene delle mani. Anche se a prima vista non ce ne accorgiamo, le mani possono aver catturato odori che compromettono l’analisi olfattiva del vino (pensiamo a saponi, gel igienizzanti, tabacco o a ciò che abbiamo mangiato dopo averlo tenuto in mano). Non solo: le dita, e in generale le mani, sono le parti del corpo che più stanno a contatto con oggetti, superfici e persone. Evitando il contatto con il bicchiere eviteremo anche di lasciare impronte e ditate, che certo non sono eleganti a vedersi.
Vino rosso e vino bianco
Oltre al modo corretto per tenere un calice di vino, non dobbiamo dimenticare un’altra regola aurea dell’enologia: a ogni vino corrisponde il suo calice. Ogni vino infatti ha delle determinate caratteristiche e ognuna di esse ha bisogno di essere esaltata dal calice giusto.
I vini rossi, che spesso sono dotati di un bouquet complesso, hanno bisogno di spazio e di ossigeno. I calici per i vini rossi saranno quindi più arrotondati e voluminosi, hanno un’apertura ampia che, sull’orlo, si incurva leggermente verso l’alto in modo che il vino possa entrare in contatto con una quantità sufficiente di ossigeno per aprire meglio il bouquet.
I bicchieri da vino bianco invece hanno una forma più stretta e affusolata. Dato che il bianco è un vino che va servito freddo e non a temperatura ambiente, i calici hanno uno stelo lungo che aiuta la presa e permette di non far scaldare troppo in fretta il vino. Per i vini bianchi vale la regola che meno se ne versa, più lentamente si scalderà.
Un discorso ancora diverso vale per i calici da vino rosato: si tratta infatti di bicchieri di media grandezza, dato che a differenza dei rossi i vini rosé non hanno bisogno di molto ossigeno. I calici sono più alti e più snelli, e l’apertura si assottiglia sul bordo in modo che gli aromi fruttati dei vini rosé si sprigionino direttamente sul palato.
Prosecco e champagne
Alla domanda su come tenere i calici di prosecco e champagne possiamo rispondere che vale la stessa regola appena illustrata su come maneggiare un calice di vino: sorseggiare il bicchiere dallo stelo. Anche in questo caso le motivazioni sono le stesse e riguardano la temperatura del prosecco o dello champagne e l’igiene delle mani.
Discorso a parte va fatto per il tipo di bicchiere da utilizzare. Per il prosecco e in generale i vini spumante il flûte (o la flûte) è un’ottima scelta perché la forma allungata permette di assaporare meglio le bollicine (un parametro di qualità dei vini spumante in generale).
Per lo champagne invece sfatiamo un mito: per quanto possa essere affascinante degustare lo champagne nell’iconica coppa larga e bassa, a livello tecnico questo non è il modo migliore per farlo. L’ampia apertura infatti può far disperdere aroma e profumo e “rovinare” l’esperienza di degustazione.
La coppa di vino, il futuro?
Tra gli intenditori più preparati del settore si sta diffondendo l’uso di una particolare coppa per degustare al meglio il vino: una coppa di vetro con due rientranze per le dita, in modo da tenere saldamente in mano il bicchiere, assicurare la presa e dare l’impressione di “tenere in mano” un’ampolla di vino. Il merito della creazione di questi bicchieri va a Joško Gravner, proprietario dell’omonima azienda agricola di Oslavia, in provincia di Gorizia.
Insomma, non un bicchiere ma una coppa senza stelo: è forse questo il futuro della degustazione?