Negli ultimi anni si è assistito ad un incredibile sviluppo ed incremento di nuove tipologie di contenitori per il confezionamento del vino: non solo vetro, e ad oggi non è più una novità.
Stiamo parlando di un incremento dell’uso di materiali alternativi al vetro come: Bag in Box, in formati 3Litri, 5 Litri, oppure le Lattine, che contengono circa due bicchieri e mezzo. Abbiamo chiesto a “La Bottega del Vinaiolo” che nasce circa una decina di anni fa con l’intento di riportare il concetto di cantina di fiducia in città, offrendo vino sfuso in principio.
Siamo a Milano, e parliamo con Lorenzo Canali, laureato in scienze dell’educazione e appassionato di vini, ed Andrea Marchesi (Enologo), i quali insieme con un terzo partner Guido Beltrami (Enologo), spinti dalla passione che li accomuna, decidono innanzitutto di voler riportare all’interno di un contesto come Milano, molto frenetico, il concetto di rapporto diretto tra produttore e consumatore, evitando la catena distributiva, scegliendo produttori indipendenti, offrendo vino sfuso di qualità, per poi spostare l’attenzione nel tempo ad altre soluzioni alternative come le bag in box, ed infine, ultimo dei progetti su cui stanno lavorando insieme con diversi partner: il vino in lattina, nasce così Quartin.
Lorenzo ed Andrea ci spiegano che da tempo stanno puntando su contenitori alternativi per il vino al vetro, che in effetti ha costi elevati, sia per il riciclo (punto di fusione) che per il trasporto (peso); il punto di fusione del vetro è di 1600/1800 Gradi Centigradi, mentre per l’alluminio è 660,3 Gradi Centigradi, infatti in Italia l’80% dell’alluminio è riciclato, ed ha quindi un impatto ambientale minore rispetto al vetro.
Le lattine per il confezionamento di Quartin sono 100% riciclate, ma ancora non hanno ottenuto il certificato dall’azienda che li rifornisce.
Ma vediamo nel dettaglio a livello organolettico cosa cambia, quali i pro e i contro?
Oltre ad essere facilmente riciclabile, è un prodotto stabile per circa un anno, ed essendo composta da Epoxi, resina epossidica, le componenti del vino non aggrediscono questo materiale. È un materiale leggero, resiste all’ossidazione, molto più facile da raffreddare ed in generale più soggetto a variazioni di temperatura rispetto alle Bag in Box, ma in termini di peso, facilità d’uso, e trasportabilità si presta facilmente a soluzioni come l’asporto.
A livello organolettico, ovviamente non tutti i vini si prestano a questo tipo di confezionamento, parliamo di un materiale inerte si, ma che ha una durata limitata e che perciò permette a vini giovani e freschi di resistere bene e mantenere il frutto fresco e croccante; vini che sono destinati al consumo immediato o nel breve termine.
Il Quartin per il momento offre due tipologie di bianchi, Sauvignon Blanc e Ribolla Gialla, mentre per il rosso offre un Refosco; tutti e tre i vini nascono per dare importanza alla freschezza e al frutto. Il formato lattina è facilmente conservabile in frigorifero.
Vini Premium?
Ci sono comunque novità interessanti proprio per quanto riguarda la longevità e prodotti Premium: da quest’anno ad esempio l’azienda veneta Zai urban Winery, ha l’obiettivo di far uscire un prodotto nel formato lattina in alluminio, un vino premium: Igt, biologici e vegani di uve Glera, Corvina, Moscato, Merlot-Cabernet, scrive il Gambero Rosso in un’intervista ad uno dei cinque soci del progetto.
Ad oggi solo le Igt (Indicazioni Geografiche Tipiche) possono utilizzare il loro nome da indicare sulla lattina, mentre le DOC ancora no. Nel caso della Bag in box alcune DOC come Barbera e Dolcetto possono essere indicate sulla confezione.
Qual è il Target per questo tipo di prodotto secondo voi?
Andrea e Lorenzo sono convinti che questo prodotto possa prendere piede facilmente, stanno avviando diverse collaborazioni; “i giovani sono aperti a questo tipo di prodotto, soprattutto per la facilità di utilizzo, in occasioni ad esempio come feste in casa tra amici”; in generale Quartin con i suoi due calici, in solitudine o in compagnia ti permette di evitare l’apertura di una bottiglia intera. Insomma copre occasioni di consumo alternative che presto anche l’Italia sposerà con più leggerezza.
Italia VS Estero
Il mercato anglosassone ha già sposato questo approccio innovativo del vino in lattina, come anche gli stati Uniti e l’Australia, mentre nel nord Europa si sta iniziando a guardare questo prodotto con un potenziale;
Andrea e Lorenzo raccontano appunto che in Inghilterra sono presenti sul mercato già, e con formati differenti, sia il vino in lattina da uve Greco e Merlot, che bag in box chiamate “When In Rome”, anche questo formato studiato per un risparmio non indifferente sull’impatto ambientale soprattutto per il peso di trasporto.
Ad oggi anche produttori storici in Italia si stanno ricredendo sui formati alternativi quali l’alluminio e le lattine, anche se ancora i Consorzi di tutela un po’ scettici, vedono nelle bottiglie il prodotto più di qualità .
Approcci Differenti
Come funzionano questi contenitori alternativi per confezionamento del vino: le Bag in Box possono essere da 3L, 5L, 10 o 20 litri, e sono composte da due elementi, un involucro esterno (Box) solitamente di cartone facilmente trasportabile, con le indicazioni del prodotto e di quale cantina, mentre quello interno (Bag) una sacca in plastica o alluminio, in materiale per alimenti riciclabile; quest’ultimo a suo volta composta da 3 strati con una lamina leggera ed elastica in alluminio, che permette al prodotto di rimanere sottovuoto.
Durante il riempimento di questa sacca, viene inserita anche una piccola quantità di azoto in modo tale da garantire così una perfetta stabilizzazione, ed evitare che l’aria venga a contatto con il vino. Viene poi inserito il tappo e il tutto viene sigillato. La sacca piena viene inserita successivamente nell’apposito cartone.
Di solito il bag in box ha una durata di un mese, in quanto aperto il rubinetto, anche se studiato appositamente per non far entrare aria al suo interno, non riesce completamente a bloccare l’ossigeno, che con il passare del tempo riesce ad arrivare a contatto con il prodotto.
Infine tra le tante proposte presenti sul mercato, sempre sull’onda della Bag in Box tradizionale, abbiamo scovato delle Bag alternative, disegnate in gran stile e facilmente trasportabili, si tratta del marchio chiamato Uainbag: “Abbiamo quindi creato un nettare di provenienza locale, spremuto sapientemente ed eticamente da mani consapevoli, per mantenere un gusto autentico, fedele alla terra da cui nasce”, confezionato in buste ecologiche e facilmente riciclabili, che hanno come obiettivo il mantenere inalterato il sapore; collaborano con produttori che cercano di preservare il ciclo naturale della vite senza uso di pesticidi o erbicidi, nè agenti chimici in cantina; la bag è pensata appositamente per mantenere la freschezza e durare nel tempo (fino a 30 giorni circa).
Insomma diversi approcci che mirano alla differenziazione del prodotto, del target a cui si rivolge, e soprattutto l’approccio “green” come elemento che accomuna questi prodotti diversi.
La domanda in generale sarà spinta dalla facilità di trasporto, dalla maggiore resistenza dei contenitori rispetto al vetro, e soprattutto dall’incremento di attività “outdoor” anche in situazioni di possibili restrizioni: praticità e sostenibilità ambientale come denominatore comune.
E voi quale formato alternativo scegliereste?