Molti di voi non si saranno mai posti questa domanda, pensando che Pinot Gris sia solo una francesizzazione del nome del vitigno, scartando la “traduzione” italiana Pinot Grigio per sembrare più intenditori del mondo del vino. D’altronde in Italia succede spesso con il Pinot Nero, preferendo utilizzare il termine Pinot Noir con magari la “erre” un po’ marcata per far intendere al nostro interlocutore che una parte di sangue francese scorre nelle nostre vene.
ERRORE!
La differenza tra Pinot Gris e Pinot Grigio
La differenza in questo caso è molto più marcata di quello che ci si possa aspettare.
Una cosa che hanno in comune questi due vitigni è la loro origine. Il termine “Pinot” indica una serie di vitigni che discendono geneticamente dal Pinot Nero.
Il Pinot Grigio/Gris è caratterizzato da una buccia color ramato, grappoli di modeste dimensioni e acini fitti, da ricordare la forma di una pigna, da qui il nome Pinot.
Il fatto di usare l’aggettivo qualificativo in francese è dovuto al fatto che il Pinot Gris è un vino con uno stile diverso da quello del suo cugino d’oltralpe.
Un altro caso del genere lo si trova con il Syrah, conosciuto come Shiraz nel Nuovo Mondo proprio per distinguere i due stili di vini prodotti completamente diversi tra loro.
Dal Video: Ciao Degustibuss, oggi parliamo di due stili di vino completamente diversi, pur provenendo dallo stesso vitigno, di Pinot Gris e Pinot Grigio. Con il Pinot Gris siamo in alsazia, dove le uve vengono raccolte nella fase della loro piena maturazione, così avremo degli aromi più fruttati, mentre in Italia parliamo appunto di Pinot Grigio, dovremo un corpo un pochettino più esile. Sicuramente un vino di facile beva, un pochettino più neutrale, e comunque sempre in grado di regalare delle ottime sensazioni aromatiche.
Raffaella Mattioli (Docente Sommelier)
Il Pinot Gris
Il Pinot Gris, originario dalla Francia, trova la sua massima espressione in Alsazia dove viene impiegato per produrre vini di grande corpo, speziati e con una viscosità sul palato molto accentuata. Grazie alla sua acidità rinfrescante, che non si perde con la maturazione, e ai suoi aromi di bocciolo e pesca, il vitigno può essere raccolto tardivamente e creare i preziosi vini chiamati Vendages Tardives (VT o vendemmia tardiva).
Il vitigno, con la sua buccia sottile, si presta molto per essere attaccato della Muffa Nobile raggiungendo la sua massima espressione nei vini etichettati Sélection de Grains Noble (SGN). Essendo uno dei quattro vitigni “nobili” in Alsazia – come il Riesling, Gewurztraminer e il Muscat – il Pinot Gris può essere usato come varietà per la denominazione “Alsace Grand Cru AOC”, l’appellazione di origine controllata riconosciuta nel 1975 nella regione appunto dell’Alsazia. Ma anche la versione dry del Pinot Gris tende ad avere una consistenza ricca e oleosa con un livello alcolico medio, rinfrescante acidità e, spesso vendemmiato appositamente a piena maturazione, il vitigno regala note esotiche di melone, mango e banana.
La sua popolarità si estende fino in Germania dove il vitigno cambia nome e viene tradotto in Grauburgunder, coltivato in più di 4000 ettari in tutto il sud della Germania.
La sua fama si estende fino ai paesi del Nuovo Mondo dove trova grande successo in Nuova Zelanda, Oregon, California e persino in Russia. In Australia, dove venne introdotto per la prima volta nella metà del 1800 viene etichettato sia come Pinot Gris che come Pinot Grigio in base al grado di dolcezza dei vini, scegliendo il secondo termine per quelli più secchi e con maggiore acidità.
Ecco quindi che gli Australiani ci svelano, a grandi linee, la differenza che sta dietro questi due diversi vini.
Il Pinot Grigio
Il Pinot Grigio è un vino caratteristico delle regioni collinari e montane del Nord Italia. Nel Veneto, in Friuli Venezia Giulia e addirittura in Veneto trova grandi habitat naturali, ma la sua massima espressione a parer mio la trova in Alto Adige dove la maggiore altitudine e una conseguente lenta maturazione ne concentrano gli aromi in un bouquet elegante e floreale, dove l’acidità la fa da padrona. In qualsiasi regione italiana esso si trovi, il Pinot Grigio viene vendemmiato leggermente in anticipo per consentire al vino di mantenere la sua spiccata acidità ed impedire eccessive note fruttate. Ecco perché nel bouquet di aromi del Pinot Grigio viene sempre aggiunta la parola neutrale, non in maniera dispregiativa ma per evidenziare un vino di corpo leggero molto apprezzato nel Nuovo Mondo. Basti pensare al boom che ha avuto negli Stati Uniti grazie alle esportazioni e agli investimenti dell’azienda Santa Margherita, che ha creato un vero e proprio fenomeno marketing e si posiziona ad oggi come uno dei vini più richiesti per aperitivo, proprio per la sua semplicità rinfrescante.
È anche grazie ai paesi come l’Oregon, Nuova Zelanda e l’Australia che il Pinot Grigio ha consolidato la sua fama, finendo però in alcuni casi per essere prodotto in modi industriali in grandi volumi non rispecchiando in maniera veritiera la potenzialità che questo vitigno nobile potrebbe offrire.
Per salvaguardare e proteggere questo vitigno dall’Aprile del 2017 è nata una nuova DOC che copre tutto il triveneto e che ha sollevato non poche polemiche.
La denominazione Pinot Grigio delle Venezie DOC è riservata a vini che rispondono a determinati requisiti e condizioni, ammettendo tutti i vitigni composti almeno per l’85% dal predetto vitigno coltivati nelle province di Trento e nelle Regioni Friuli Venezia Giulia e Veneto. La protesta dei produttori è ovviamente ancora in corso vedendosi costretti ad entrare in un gioco commerciale che li “obbliga” a rientrare in una denominazione troppo estesa non prestando interesse alla zonazione degli IGT che alcuni produttori Friuliani e Altotesini stanno provando a valorizzare.
C’è però da dire che il poco valore dato finora dai consumatori italiani verso il Pinot Grigio lascerà posto alla curiosità che si avrà nell’assaggiare questa nuova e controversa DOC.
Stesso vitigno, due vini completamente diversi.
Ecco dove sta la grande differenza tra il Pinot Gris e Pinot Grigio.
Se ancora vi sentite confusi e non sapete come differenziare i due prodotti, la forma della bottiglia vi toglierà qualsiasi dubbio.
Questa infatti, nel caso del Pinot Gris Alsaziano e di molti Pinot Gris prodotti nel mondo è piuttosto slanciata, con il collo lungo chiamata appunto Flûte d’Alsace.
Attenzione quindi a cosa comprerete d’ora in avanti: se siete alla ricerca di un vino con aromi fruttati, di grande corpo e media acidità da abbinare magari a delle carni bianche o a dei a formaggi stagionati, foie gras e dessert (nelle versioni VT o SGN) ecco che la scelta dovrà cadere su un Pinot Gris.
Se invece siete alla ricerca di un vino da aperitivo, leggero, con un’importante acidità e freschezza da abbinare a piatti a base di pesce come frutti di mare, baccalà (se volete restare territoriali con la provenienza del vitigno) o con piatti a base di verdure non c’è scelta migliore che una fresca bottiglia di Pinot Grigio.
Ai posteri l’ardua sentenza. Buona degustazione.
Cresciuto a Valpolicella ed Amarone, Edoardo è un WSET Diploma Candidate. Ha vissuto e lavorato tra Berlino e la Borgogna come sommelier ed è tornando per mettere le proprie radici a Verona.
Attualmente – oltre che ricoprire il ruolo di educatore Degustibuss per Verona – lavora come Direttore di un Wine Retreat in Valpolicella, organizzando eventi legati al vino.