Dalla prima introduzione al vino come forma di investimento, abbiamo capito la tipologia di acquirente che vogliamo essere nel mondo del vino, se bevitori collezionisti o investitori. Ora ci addentriamo più in profondità in questo mondo così ampio per capire da quali fonti attingere per iniziare le nostre ricerche su potenziali vini di pregio.
Se siamo già in possesso di una bottiglia di vino di valore, ne analizzeremo il produttore documentandoci anche sulla longevità potenziale, l’annata, poiché incide particolarmente sulla quotazione della bottiglia, e sempre se ne siete già in possesso è importantissimo lo stato di conservazione, le temperature ed i gradi di umidità durante gli anni di conservazione.
Quest’ultimo elemento sulla tenuta di conservazione ha qualche ulteriore elemento come la tenuta stessa del tappo, se abbia perso o meno elasticità (facilmente constatabile se vi sono perdite o no), infine il livello del vino stesso non deve scendere sotto il collo della bottiglia.
Ma al di là dell’aspetto puramente pratico sulla valutazione di un vino ci sono due elementi che vorremmo condividere con i nostri lettori: in primo luogo quali sono i sistemi cosiddetti di “rating del vino” ovvero di valutazioni di bottiglie d’annata, ed i loro parametri se si è in possesso di una bottiglia di pregio, ed in secondo luogo quali i canali a cui attingere se volessimo investire e comprare, come ad esempio le “aste del vino”.
Rating del Vino
La critica nel settore utilizza metri differenti per la valutazione, tra i molti sistemi in alto alle classifiche generiche troviamo: Wine Advocate, Wine Spectator, e Wine Enthusiast, tutti e tre sistemi di pubblicazioni americani che utilizzano la valutazione con un massimale di 100 punti a bottiglia. Questo sistema venne introdotto da Robert Parker con Wine Advocate nel 1978, dove al di sotto dei 50 punti assegnati alla bottiglia un vino viene classificato come “unacceptable” inaccettabile, tra 60-70 viene considerato “sotto la media, vino contenente carenze evidenti”, 70-80 “average wine with Little distinctions” ovvero un vino che rientra nella media con poche distinzioni significative, mentre la categoria cambia superati gli 80 punti: il range 80-90 indica un buon vino, 90-95 “outstanding” eccezionale, 95-10 “extraordinary”, straordinario.
Wine Enthusiast utilizza e considera la rilevanza di un vino di cui tener conto solo tra 80-100 punti, dove 80-83 è un vino accettabile, 94-98 è superbo, e 98-100 è considerato “Classic”.
Jancis Robinson, prima di diventare Master Of Wine studiò matematica nell’università di Oxford, e non ha mai avuto troppa convinzione nella valutazione tra vino e numeri reali pensando che il rating di riferimento migliore fosse la scala a 20 punti, dove tra il 12 ed il 14 troviamo inaccettabile oppure “borderline”, mentre dal 16 una qualità superiore, oppure 18 ancora maggiore e 19-20 “eccezionale”.
Troviamo infine i sistemi in scala di stelle come Decanter, rivista inglese specializzata nel settore del vino nonché utilizzata per dare punteggi ai vini selezionati di un certo livello, definendo con le cinque stelle il Decanter Awards.
Le scelte di valutazioni dipendono dal grado di precisione che si vuole dare ad un pubblico più o meno specifico; si può dire che i sistemi più semplici di stelle e bicchieri sono adeguati per un pubblico più ampio di consumatori “generici”, poiché non danno reali note qualitative sul vino.
Le valutazioni servono ai consumatori poiché la varietà di scelta è molto ampia, invece quelle valutazioni in numeri e punteggi precisi, (effettuate da degustatori professionisti direttori di testate giornalistiche specifiche sul vino, master sommelier e master of wine) sono più adatte a scopi commerciali.
Suddividiamo così due macro categorie tra consumatori generici e collezionisti, in modo da non rischiare di inciampare in una serie di giudizi superficiali, soprattutto se stiamo valutando seriamente di investire in vino.
Oltre ai sistemi di valutazione attuali, ci sono eventi storici rilevanti che hanno cambiato le sorti del vino, come il Giudizio di Parigi nel 1976 dove vennero assegnati anche al vino di oltre oceano californiano punteggi di eccellenza, facendo così entrare in quella nicchia dei gloriosissimi e costosissimi anche i vini della Napa Valley fino ad allora poco conosciuti come: Chardonnay Chateaux Montelena, e Cabernet Sauvignon di Stag’s Leap Wine Cellar (oggi tra i più rinomati e costosi vini al mondo insieme ai francesi Chateaux Haut-Brion, Batard-Montrachet, Mouton-Rotschild e Domaine de la Romanée-Conti).
Le aste del Vino
Mercato in espansione dal 2020 quello delle aste del vino, soprattutto quelle sul web, che offrono lotti con diverse tipologie di etichette e prezzi, variabili a seconda ovviamente della reputazione, notorietà, costanza produttiva, stabilità del brand aziendale e andamento delle annate.
Il loro valore aggiunto è che sono facili da seguire online e consultabili in tutte le precedenti edizioni per vedere gli andamenti delle etichette più rinomate.
Questa fetta di mercato si è ampliata grazie anche all’apertura verso ristoratori e collezionisti privati che propongono sempre più spesso parte del loro inventario e lo mettono a disposizione. Questo mercato suscita l’interesse del consumatore più appassionato, dei collezionisti, degli investitori, proprietari di enoteche di pregio, mercati internazionali, ed infine degli stessi produttori di vino che vogliono possedere bottiglie importanti della grande concorrenza.
Alla fine del 2020 venne venduta per la cifra di centomila euro (ottantamila più i diritti circa) una Doppia Magnum di Romanée Conti Grand Cru 1990, con Aste Bolaffi che si piazza tra i “big” delle aste online insieme a Wannenes, Finarte, Ansuini e Catawiki, per la categoria vini in Italia, dove troviamo fasce di prezzo molto variabili da cento a centomila.
Ed ecco le cantine rinomate come Gaja, Conterno, Giacosa, Mascarello, Antinori, Castello di Ama, Sassicaia Tenuta San guido, Masseto Frescobaldi, e Biondi-Santi, tra i grandi nomi italiani, o anche storiche case di Ghemme e Gattinara che si sono creati uno spazio all’interno delle aste per poter diventare forse i “colossi di domani”.
Tra le annate da tenere a mente in Piemonte ad esempio vi sono 1982, 1990, 1997, 1999, 2001, tenendo un occhio di riguardo alla 2016 dei più rinomati, mentre in Toscana 1985, 1990, o 2001.
Le bottiglie rappresentano una parte di mercato del collezionismo per annata, numero ed anche i formati speciali, oltre che altri elementi già citati sopra.
Le bottiglie vengono visionate da esperti, accettate, catalogate e pubblicate su piattaforme online, dopodiché fissate le base d’asta accordate antecedentemente tra esperti e venditori.
Il mercato dei vini ormai tra l’altro non riguarda più i “Big Boys” dei vicini francesi, ma anche gli Italiani ed i vini di oltreoceano hanno il loro spazio.
Una vera Borsa online per il vino di pregio, anche al di fuori dell’Italia, le troviamo a Parigi, Hong Kong o Bordeaux, e nell’online francese troviamo iDealwine per collezionisti di vini rari. Come dei veri e propri musei, queste piattaforme diventano un punto di riferimento per molti da monitorare mensilmente grazie agli oltre novecento produttori, con valutazioni, vendite e tendenze di mercato.
Il vino come un’opera d’arte da invecchiamento: a Romane e Conti l’artista della Borgogna utilizza da secoli il Pinot Noir mentre a Barolo ne utilizza il Nebbiolo.