L’estate Italiana
Mare, montagna, campagna, si sa il Bel paese ha molto da offrire per la bella stagione (e non solo): dal turista ai più “locals” ci si prepara weekend (o settimane) intere, vacanze alla scoperta di quello che l’Italia può offrire, soprattutto prodotti tipici e vini locali che ogni regione possiede.
Ci si spinge oltre le modalità tradizionali di fruizione dell’esperienza, per capire, addentrarsi al meglio e cosi diventare parte della storia e delle tradizioni di un luogo.
Gli ultimi anni post pandemia hanno segnato un picco del turismo enogastronomico che ha portato molti italiani a scoprire il proprio paese (anche perché impossibilitati o quasi a viaggiare oltreoceano) e quindi puntare a svariate località italiane approfittando della cultura locale, culinaria ed enologica, riscoprendone valori attraverso esperienze uniche.
I #winelovers aumentano, e così le visite verso caseifici, fattorie, ristoranti storici e festival estivi del vino; a questo si aggiungono le esperienze di trekking e bici nei vari luoghi del gusto, da nord a sud tutto da scoprire.
Se si parla di mare dalla costa ligure fino a scendere a quella amalfitana ed oltre, oppure quella adriatica, non solo si assapora il mare e piatti intrisi di salsedine ma ci si addentra anche nei vari entroterra per provare vitigni nascosti ed inaspettati per l’estate; in montagna non mancano le escursioni ma anche le visite a cantine o festival mirati alla conoscenza delle piccole realtà, come nel caso del festival cantine aperte in Valle D’Aosta (previsto quest’anno a fine luglio), che permette ai vari visitatori di conoscere piccole realtà, le comunità locali ed ammirare i suoi splendidi castelli.
Il tema vino rimane comunque ancora in percentuale bassa rispetto al tema cibo ma comunque in salita per gli amanti del territorio, nello specifico per le attività all’aria aperta come lo yoga in vigna, e per i mercati dove si possono acquistare prodotti locali.
Per tutti coloro che invece amano comprarlo e bere a casa il vino, c’è tutto un mondo di vini italiani e non da scoprire che non berreste mai in estate e che invece, se serviti alle giuste temperature, posso regalare immense gioie anche nelle calde e afose giornate estive.
Il riscatto dei vini rose’
Definito da molti un vino femminile, dal poco carattere, o il vino per gli indecisi, crediamo valga la pena dedicargli qualche riga per riscoprire questi vini dalle brevi macerazioni ma che hanno molto più da raccontare di quello che si pensa.
I Francesi lo hanno capito prima di noi, infatti la costa provenzale accoglie visitatori da tutto il mondo oltre che per gli sterminati campi di lavanda anche per i “blend” di uve tipiche della costa, che va da Aix St Provence alla Cote de Nimes, offrendo vini dai non troppo complessi a quelli più rotondi, sempre freschi, croccanti e sapidi al punto giusto, da regalare emozioni se combinati con un piatto di spaghetti alle vongole oppure un piatto di crostacei crudi: et voila’, parfait!
L’Italia di oggi offre un’ampia varietà di vini rosati, ancora poco conosciuti: dai più complessi e strutturati, a quelli più gastronomici, freschi e beverini.
A partire dal rosato più ricco di antociani, e povero di tannini, per tipologia di uva, il Cerasuolo d’Abruzzo, e la sua recente DOC creata nel 2010, ha un colore simile alle ciliegie fatto con gran parte di uve Montepulciano.
Nel Monferrato, oltre che dare importanza ai grandi rossi da invecchiamento, si è pensato di creare una versione più approcciabile ed estiva delle uve tipiche locali come Barbera e Ruche, facendo così uscire un vino da aperitivo per le serate afose, luminoso dal colore rosa antico, dai sentori di frutta fresca e croccante.
Nella bella Irpinia si è pensato ad un Aglianico rosato, che rilascia più colore e struttura, da abbinare ad un bel risotto ai frutti di mare; nel Salento, una delle poche terre elette del rosato, da uve Negroamaro 100%, vendemmiate relativamente tardi nella seconda metà di settembre, le uve si fanno raffreddare a 8/10 gradi in modo da riuscire a portare i tempi di macerazione fino a 24 ore e rilasciarne un colore più intenso ma limitandone l’estrazione di tannini: il risultato è un vino dalla bacca rossa matura, rosa e violetta, rotondo ed elegante, servito fresco con la sua forte importa mediterranea regala aromi, profumi, freschezza e sapidità.
Versioni di Sangiovese in rosato, che non lascia da parte nel calice la sua terrosità e struttura se ci troviamo tra Toscana e Liguria, mentre in Umbria regala profumi floreali, glicine e erbacei di anice stellato.
Una versione di rosato che ricorda le pesche e le albicocche in estate, il Pinot Grigio ramato, della Venezia Doc, con riflessi dorati, arancio brillante, delicato, corposo con finiture di fragole, melone ed anguria.
Infine giungendo all’isola siciliana, versioni di Rosato Vulcanico, e salato, da uve nerello mascalese, elegantissima e finissima versione di quest’uva.
Ogni regione regala chicche estive dai colori scarichi, dal rosa più antico al cerasuolo più intenso, sempre freschi, a volte leggeri e a volte più strutturati e rotondi a seconda della tipologia di affinamento o macerazione che si decide di fare.
Rosso di sera..
Chi ha detto che il rosso richiama inverno, camino e coperta, si sbaglia, ovvero spesso e volentieri associamo vini rossi a piatti invernali, ma ci si dimentica che il Bel paese è spesso toccato dal mare Mediterraneo e non solo, e che le regioni che si affacciano al mare spesso hanno un rosso leggero nascosto tra le vigne salate.
Oppure tra le montagne trentine ad esempio, che invece offrono spesso situazioni in altitudine, più fresche, per gli amanti della montagna estiva, ma anche vini rossi leggeri e beverini da assaporare durante le ore più calde a basse temperature.
Ovviamente dipende dal vino: ovvero non tutti i vini si prestano alle fresche temperature, e spesso il vino freddo non va d’accordo con i tannini, ovvero si accentuano le sue durezze.
Vi consigliamo solitamente vini rossi serviti freddi quando si ha poca trama tannica, come nel Valpolicella della Valpantena, dai profumi di fiori rossi, e violette, sorso pepato e fresco; o il Marzemino trentino che ricorda le spezie, la viola e mantiene una bella sapidità, o la Schiava trentina con le note marcate di ciliegia frutta rossa, fragola, mirtillo e mandorla: gli ultimi due perfetti con i formaggi trentini o con i piatti della tradizione anche più corposi, perché in grado di alleggerirne la rotondità.
Il Rossese di Dolceacqua, autoctono della Liguria della riviera di ponente, rosso perfetto da abbinare alla zuppa di pesce tipica locale fatta di seppie, piselli e pomodoro concentrato, sempre elegante e persistente, dal copro esile e dai sentori di frutta rossa di bosco; infine, scendendo in Sicilia, il Frappato, autoctono da bere giovane e fresco, regala spesso note di fragole, violette ed erbe aromatiche, sapido e fragrante.
Ricerca di freschezza, leggerezza, poca alcolicità, poco tannino e infine quelle acidità che aiutano a sgrassare i cibi, rendendo questi vini appropriabili durante la stagione calda ed estiva, un po’ più freschi, al tramonto, in riva al mare o ai piedi di una montagna.