E’ successo a tutti di sentire un brivido lungo la schiena quando, invitati a casa di qualche amico in una torrida serata d’estate, questo tiri fuori dal frigo l’Amarone della Valpolicella DOCG 2015 regalatogli in una precedente occasione. Dopotutto alla radio c’è musica rock, e l’Amarone è da duri ed è alcolico, è rock!
…gelo assoluto…
…silenzio tra i presenti…
Tutti ti guardano perché sanno che la tua espressione sta cambiando. Abbandona l’impeto d’ira che ti assale e prova a fare una piccola lezione prima di annunciare l’inesorabile morte di quella magnifica bottiglia di vino.
Perché se è vero che ci sono VINI ROSSI che possono essere serviti a temperature più basse di 12-18°C e li conosci sei ROCK e farai un figurone con i tuoi amici facendogli comunque provare un vino rosso anche se le temperature esterne ti invitano a stappare bollicine o vini bianchi gelati, ma se sbagli etichetta, se decidi di violentare anni di lavoro di un viticoltore solo per poter bere l’Amarone a temperature glaciali non sei rock, sei LENTO!
Proviamo ad analizzare cosa c’è di così mortalmente sbagliato.
Sappiamo che le sensazioni organolettiche di un vino si dividono in componenti MORBIDE (alcool, zuccheri, peso del frutto) e componenti DURE (acidi, tannini, texture) che, valutate e pesate su dei piatti di una bilancia per ogni vino, dovrebbero portare ad un’armonia ed equilibrio gustativo.
La temperatura di servizio porta a dei cambiamenti sensibili all’interno di queste componenti enfatizzando le parti morbide con l’aumento della temperatura e quelle dure ad un abbassamento della temperatura. Ecco quindi che, raffreddando il nostro Amarone, non solo toglieremo la possibilità a questo vino di mostrare tutti i suoi profumi e aromi, ma ne aumenteremo l’acidità e tannicità che riempiranno la nostra bocca di gusti aspri, amari e astringenti.
Certo, anche la temperatura della stanza deve essere calcolata, ma non si può pensare di bilanciare la calura estiva con un media di 35°C servendo vino rosso ghiacciato; lo Shock Termico non fa bene né a noi né al vino. Quali sono allora quei vini rossi che si possono raffreddare per tornare ad essere ROCK?
Restiamo nella fascia di servizio tra i 10-14°C.
Escludiamo i vini con alto grado alcolico, con tannini marcati e con corpo ben strutturato.
Scegliamo invece vini giovani, con tannini non troppo accentuati e una gradazione alcolica non elevata, con un corpo medio e texture vellutata. Puntiamo su vini rossi non troppo strutturati o che non abbiano passato lunghi periodi di maturazione in barrique, perché non vogliamo estirpare dal bicchiere anni e anni di maturazione e complessità di aromi nascondendoli sotto una temperatura troppo bassa perché ne esalti le qualità. Raffreddare il vino in questo caso accentuerebbe ancora di più la durezza del tannino che la botte ha trasferito negli anni di maturazione.
Un altro tema da analizzare è: quanto tempo il vino dovrà essere raffreddato prima di poterlo servire a una temperatura più bassa? Più a lungo il nostro vino verrà conservato in un frigorifero a temperatura controllata più i suoi sentori fruttati e floreali verranno celati. Un’ora o due saranno sufficienti per evitare di perdere alcuni dei suoi aromi principali dietro ad una temperatura del vino troppo glaciale.
Focalizziamoci su vini di facile beva, fruttati ed esili di struttura.
Il colore del vino rosso potrebbe essere un buon segnale per quello che possiamo raffreddare e no. Se durante la nostra analisi visiva il vino si presenta con un rosso porpora o rubino con intensità tenue possiamo avere quasi automaticamente il via libera per portarlo a temperature di servizio intorno ai 14°C.
Facciamo una piccola panoramica italiana di quelli che sono i vini italiani che si prestano a essere raffreddati e che vi potranno accompagnare anche nelle serate più torride d’estate.
Pinot Nero
Strappatelo alle fresche montagne dell’Alto Adige ma ricordatevi di rifargli provare per un’ultima volta le fresche temperature raffreddandolo per un aperitivo tra amici o a un tagliere di formaggi stagionati.
Valpolicella
Non potendo raffreddare il boss delle colline veronesi (l’Amarone) optate per il fratellino minore, il famoso trio di vitigni che creano tutti i vini dell’appellazione Valpolicella è capace di esprimersi con stili diversi a seconda se produce Valpolicella, Valpolicella Classico, Ripasso o Amarone. Con la sua acidità accentuata, il corpo non troppo strutturato e una tannicità verde ma non troppo elevata, il Valpolicella è un vino da servire a basse temperature in una cena a base di selvaggina, agnello o a sughi a base di carni bianche.
Lambrusco
Anche se scontato vista la sua natura effervescente, il Lambrusco ha l’obbligo di passaggio per il frigorifero prima di essere sbocciato per un aperitivo estivo esaltandone la sua vellutata morbidezza ed eleganza, facendo risaltare quelle fragoline di bosco e viole che lo fanno amare in tutto il mondo. Provate la versione rosè di Lini910, e fateci sapere cosa ne pensate!
Chianti
Toglietevi dalla testa le Riserve e Gran Riserve, qua stiamo parlando del Chianti senza alcun invecchiamento, quello che può avere la versatilità e la forza per sostenere una grigliata di carne all’aperto con gli amici e una bevibilità così veloce che il cavatappi sarà chiamato in causa in poco tempo.
Frappato
Se è il pesce il protagonista della serata e il vino rosso l’abbinamento richiesto, ricordatevi di pensare al Frappato come scelta per un abbinamento che lascerà tutti a bocca aperta. La Sicilia ci offre mille versioni e DOC, voi pensate solo a raffreddarlo per esaltare il suo profumo fruttato e floreale che, con i suoi tannini non troppo accentuati potranno scansare il pesce da protagonista della scena diventando ben presto la star della serata.
Se volete andare a pescare un vino fuori dai nostri confini andate in Borgogna e in Beaujolais dove i vini a base di Pinot Noir e Gamay giovano di una temperatura più bassa di servizio per esaltarne le loro caratteristiche. Il Cabernet Franc della Valle della Loira e il Pinotage del Sud Africa chiudono il nostro cerchio internazionale seguiti dal Pinot Noir della Nuova Zelanda e lo Zweigelt austriaco.
Prima di fare altri omicidi enogastronomici o di creare infarti ai commensali pensate quindi sempre alla texture del vostro vino e alla sua complessità prima di condannarlo in una cella raffreddata. Lasciate il vostro Barolo in cantina e il vostro Amarone a maturare in temperature controllate senza sconvolgerlo con raffreddamenti non idonei.
Cresciuto a Valpolicella ed Amarone, Edoardo è un WSET Diploma Candidate. Ha vissuto e lavorato tra Berlino e la Borgogna come sommelier ed è tornando per mettere le proprie radici a Verona.
Attualmente – oltre che ricoprire il ruolo di educatore Degustibuss per Verona – lavora come Direttore di un Wine Retreat in Valpolicella, organizzando eventi legati al vino.