E’ arrivata l’ora di fare chiarezza.
Il mercato del Vino è un mercato miliardario. Soprattutto quando il vino porta il marchio made in italy. E’ un mercato dove nascono figure professionali e corsi per formarle ogni giorno. Corsi per sommelier, Master in wine management, corsi di degustazione e assaggiatori, corsi di export management ecc ecc ecc.
Proprio per questa ragione, chi vuole investire la sua vita lavorativa in questo mondo, deve sapere come vanno veramente le cose.
Non è nostra intenzione scrivere un articolo informativo che appaghi le esigenze editoriali, ma scrivere un articolo che sveli delle verità che in questo mondo vengono ancora celate.
Il perchè queste verità vengano celate è legato al fatto che il mondo del vino ed il mondo dei tecnici del vino, Sommelier in primis, è un mondo che cerca (invano) di astrarsi da logiche di profitto, prezzo e quantità per accostarsi a logiche più eleganti come cultura, filosofia e poesia.
Il vino ed il sommelier stesso si sono trasformati. Non sono più beni o servizi legati ad un pubblico fine e di classe. Ma sono di interesse globale, esteso ad ogni categoria. E quando un bene o un servizio esce da logiche di “nicchia” per entrare in logiche di quantità, ciò che conta è il profitto.
Quindi, tu che leggi questo articolo, che ti stai chiedendo come diventare sommelier, avrai un risposta canonica. Puoi diventare sommelier seguendo un corso sommelier di una qualsiasi accademia. Che sia la nostra o un’altra non è un problema. Il vero problema è la domanda che hai posto.
Non devi domandare “come diventare sommelier”, ma cosa vorrà il tuo futuro datore di lavoro quando sarai un sommelier.
Il sommelier è un profondo conoscitore del vino. Dei processi per realizzarlo, delle sue sfumature di sapore e odore. Delle sue capacità di abbinamento alle pietanze, della sua rarità o esclusività. Di quali bottiglie il mercato fa grande richiesta, di quali cantine vinicole la clientela si fida maggiormente, di quali prezzi il ristoratore è disposto a pagare ecc ecc. Una bottiglia di vino, si dice spesso, ha una “vita” al suo interno. Una vita che non smette di cessare se le condizioni di conservazione della bottiglia sono ottimali. Tutto questo è poetico ma è anche un “costo” per il produttore, per il distributore, per il ristoratore ed infine, per il cliente finale. Costi che in qualche modo devono essere ammortizzati, altrimenti cesserebbe di esistere il concetto di impresa!
Il sommelier, per quanto innamorato di quella bottiglia, per quanto ne conosca bene le caratteristiche, deve venderla. Perchè questo, nella maggior parte dei posti in cui è insediato, è chiamato a fare.
Chi leggerà questo articolo ed ha una concezione ancora poco disincantata della professione del Sommelier, sarà pronto a criticare, ad ammonire, a trovare vie di fuga da questo inquadramento.
Siamo pronti a ricevere ogni parere contrario. Ma ricordiamo al lettore che la figura che stiamo descrivendo è quella del sommelier che intende lavorare professionalmente su questo mercato. Non quella dell’amatore che degusta per piacere.
D’altronde non c’è niente di male nel vendere. Ogni professione moderna, dall’avvocato al medico, dall’ingegnere al banchiere, non possono esimersi dal vendere la propria prestazione.
Però, se vuoi diventare sommelier è giusto che tu ti prepari ad affrontare questo fantastico mondo nel modo giusto.
Esistono anche momenti non legati alla vendita della bottiglia. Momenti in cui il Sommelier deve strutturare la cantina, deve creare la lista dei vini, deve approvvigionarsi delle bottiglie che rispecchiano lo standard del locale ed il target dei clienti che lo frequentano. Deve fare ricerche sui migliori produttori di un dato territorio, deve degustare ed interpretare sapori e odori, deve immaginare, in base alle specialità della cucina, i vini da accostare.
Esiste quindi anche quella parte più romantica che oggi il popolo dei corsisti che partecipa ad un corso per sommelier si aspetta di fare. Ma sappiate che non è l’unica cosa.
Ma poi, è così brutto vendere? In questo articolo non vogliamo demonizzare l’aspetto commerciale del Sommelier, noi di Degustibuss, nei nostri corsi per sommelier tendiamo a focalizzarci anche su questa parte del lavoro perché conosciamo le pretese dei vostri futuri datori di lavoro.
Ti invitiamo, alla fine della lettura di questo articolo, a visitare la pagina del nostro
CORSO SOMMELIER
attivo su oltre 20 città italiane, riconosciuto a livello internazionale e strutturato su un percorso di 3 livelli.
Il corso con processo formativo realizzato in conformità alla Norma Internazionale UNI EN ISO 9001:2015.
Abbiamo detto che per “diventare sommelier” è fondamentale un percorso formativo che ci formi innanzitutto sulla conoscenza del vino. Il corso sommelier è in genere strutturato su tre livelli.
Il primo livello è di accostamento al vino, all’analisi sensoriale e visiva dello stesso e alle tecniche di degustazione. Il secondo livello porta il corsista a conoscere i vini di tutte le regioni d’Italia. Dalle grandi regioni produttrici come il Piemonte, la Campania, la Sicilia e la Puglia fino a quelle più piccole ma altrettanto importanti. Il Terzo livello tratta le tecniche di abbinamento cibo vino e, nel nostro caso, presenta un ulteriore modulo (gli unici in Italia e per ora ancora i primi) che è quello legato al wine selling, quindi alle tecniche commerciali di vendita, alla vendita sul web e al wine social media marketing.
Spesso, i nostri clienti o potenziali tali ci chiedono se un corso sommelier ha un riconoscimento normativo in particolare.
Ora fate bene attenzione!
La risposta è no! E’ un articolo pubblico questo, quindi anche i millantatori di qualifiche riconosciute dallo Stato potranno leggerlo, e noi a gran voce vi ripetiamo che non esiste alcuna qualifica normativa che riconosca questa professione. Il sommelier non è un geometra, o un avvocato o un’estetista, professioni regolamentate dallo Stato Italiano e quindi in qualche modo protette. Il Sommelier è una figura professionale senza inquadramento normativo.
Quindi, quando qualche “Istituto” formativo dal nome altisonante vi dirà che il Corso Sommelier tenuto da loro è riconosciuto dallo Stato Italiano, anzi, addirittura è l’unico corso riconosciuto in Italia, nel mondo e pure sul pianeta Pandora, informatevi…………. e non diciamo altro.
Per diventare Sommelier è necessario un Corso per Sommelier. Così come è necessario un corso da cuoco per diventare un cuoco (a meno che tu non sia il topolino Ratatouille), ma vi garantiamo che uno vale l’altro. Fate solo attenzione alla durata.
Il nostro corso sommelier dura 120 ore formative ed è distribuito su tre livelli. E’ il percorso sommelier più lungo d’Italia in termini di ore di didattica. Ogni livello dura un mese e mezzo con lezioni ogni Sabato da 8 ore. Tra un livello ed un altro è obbligatorio attendere un mese per fare un po’ di esperienza e metabolizzare i concetti del livello appena superato. Pertanto, facendo la somma dei tre livelli e mettendoci una pausa di un mese tra ciascuno di loro, il nostro corso sommelier, che è il più lungo d’Italia (controlla pure quello della nostra concorrenza), dura sei mesi. Non ci vogliono tre anni per imparare a conoscere il vino. Senza tener conto che, la vera formazione l’avrete una volta entrati a servizio di un ristorante, hotel, enoteca ecc.
Farsi assumere come Sommelier
Questa è una parte fondamentale dell’articolo. Ma anche la più controversa. Quando ci dite che non ci sono opportunità lavorative a noi ribolle il sangue. In Italia, un buon sommelier può guadagnare migliaia di euro al mese, soprattutto quando gli accordi con l’hotel o il ristorante prevedono oltre ad un fisso anche un accordo provvigionale sulle vendite delle bottiglie. Certo, fare il sommelier in un ristorante che vende bottiglie da 20/40 euro non vi aiuterà molto. Ma provate a pensare di lavorare in un ristorante o un hotel o un resort 5 stelle in cui ci cono anche bottiglie da migliaia di euro! Non avrete limiti ai vostri guadagni.
I Sommelier Italiani, inoltre, sono tra le figure del food & beverage più corteggiate all’estero. Posti come Dubai, Singapore, Cina fanno incetta dei Sommelier italiani. Certo, è un viaggio lungo. Ma farete soldi ed esperienza.
Ritornando al discorso del “farsi assumere come sommelier”. Oltre alla classica presentazione del CV di persona o via mail (sempre meglio di persona al management o alla proprietà), il nostro consiglio è quello di lavorare, inizialmente, anche gratuitamente. Qualcuno qui può storcere il naso. Alcune scuole, fondazioni e associazioni concorrenti potranno dire “con il nostro corso lavori da subito e vieni pagato profumatamente”, noi vi diciamo che, per fugare ogni dubbio, qualora non riusciste sin da subito a strappare un bel contratto di lavoro a tempo indeterminato (fatevi furbi quando le altre scuole vi danno delle garanzie di successo….;-)) sarebbe un’ottimo inizio quello di proporre un accordo del genere.
“Lavoro gratis per un mese e vengo pagato a provvigioni sulle vendite di bottiglie. Qualora foste soddisfatti, possiamo pattuire un’assunzione”.
Questa frase è musica per le orecchie di qualsiasi imprenditore, ristoratore e manager. Vi rende appetibili perchè fate notare la Vostra propensione a lavorare per risultati e non a lavorare per ammazzare il tempo ed attendere la pensione. Poi, non dimenticate, che la formazione tecnica e commerciale la faremo noi Quindi non dubitate. Meraviglierete chiunque grazie alle vostre abilità tecniche e di vendita.
Vi lasciamo ricordandoti che il Corso Sommelier di Degustibuss | Accademia Nazionale Sommelier è attivo su oltre 20 città italiane e grazie ad una formula didattica snella, moderna e ad una struttura aziendale giovane e dinamica (oltre che al prezzo più competitivo del mercato) è uno dei corsi per sommelier più frequentati d’Italia.