Spesso iniziano dalla gavetta, ma poi si fanno valere per la loro capacità di interpretare i vini nel modo più naturale possibile, quello di chi con il vino ci è cresciuto. Sono i sommelier italiani, che sempre di più cercano “fortuna” fuori dai confini nazionali, in una sfida molto competitiva specialmente negli ambienti della ristorazione più elevata.
Chi ci crede, inizia con uno dei corsi sommelier in terra nostrana, e poi si specializza sempre di più, a volte lavorando in Italia e poi prendendo la via dell’estero; in altri casi, iniziando subito la pratica da sommelier nelle strutture di ristorazione e alberghiere straniere. In ogni caso: come viene considerato un sommelier italiano? È un punto di favore oppure crea il sospetto che sia troppo”spaghetti & Chianti” per proporre raffinatezze internazionali?
Far scoprire i vini italiani, il sommelier
Diffondere l’essenza della viticoltura italiana è un mestiere che porta all’estero molti sommelier in grado di esporre e stuzzicare la curiosità sulle cantine del nostro paese, assaporando magari anche dei prodotti tipici che possano abbinarsi al meglio con le degustazioni dei vini autoctoni dei territori in questione.
Molto richiesti in tutto il mondo, i sommelier italiani sono particolarmente apprezzati per il loro stile che rappresenta la nostra cultura, soprattutto in realtà lontane come Cina, Giappone e anche negli Emirati Arabi. In Inghilterra, oltretutto, il mito dei nostri vini ha reso più di un sommelier italiano celebre.
Si tratta dei vini più venduti al mondo e, per questo, i professionisti formati nei corsi sommelier italiani rappresentano un Made in Italy degustato e apprezzato. Gli oltre 20 milioni di ettolitri venduti a livello internazionale, rende l’Italia il primo esportatore rispetto alla Francia, soprattutto per i vini IGT negli ultimi anni, che un sommelier italiano può sicuramente illustrare al top, data la conoscenza dei territori di provenienza.
Chi frequenta dei corsi sommelier in Italia può vantare un sapere unico, molto richiesto soprattutto negli Stati Uniti, che rappresentano il primo mercato per il consumo di vino italiano, considerato elegante e versatile. Il successo del Prosecco, ultimamente, ha reso i vini bianchi italiani dei vini alla ribalta globale, e anche lo stile italiano della sommelerie se ne è avvantaggiato. In passato gli statunitensi amavo sopratutto i Supertuscan e il rinomato Chianti, virando poi vero Barolo e Nebbiolo, bianchi e rossi del Sud Italia. Spesso il sommelier è richiesto per la grande curiosità sui vitigni, i metodi di vinificazione e le caratteristiche che incidono sul gusto finale del vino, dei consumatori più preparati e attenti.
Esperti di vini e distillati, i wine taster italiani sono considerati sommelier d’eccellenza negli abbinamenti con il cibo, per uno stile italiano di degustazione molto gradito a chi ama la molteplicità della nostra cucina e dei vini associati.
Le competenze alimentari e tecniche sul vino rendono i corsi sommelier in Italia tra i migliori al mondo, e per questo chi ne esce viene sempre valutato come un professionista di alto livello.
La carriera da sommelier all’estero, la necessità di globalizzare il gusto pur rimanendo italiani
Alcuni sommelier vengono chiamati in terra straniera proprio come rappresentanti della cultura eno-gastronomica italiana, e qui si crea un divario tra chi desidera essere un ambasciatore del vino italiano nel mondo, oppure intraprendere una carriera “neutrale”, da sommelier internazionale a tutti gli effetti.
Già, perché la sfida è proprio quella di essere sia un “messaggero” del proprio vino natale, di cui, certo, un sommelier italiano è competente fin nelle sfumature, ma anche di essere in grado di stilare una carta dei vini di grande respiro.
All’estero molti dei nostri connazionali si sono fatti valere nella sommelerie proprio sfatando il mito del sommelier di parte, tramite liste speciali che possano includere le grandi annate francesi come i vini californiani, e gli abbinamenti più “azzardati” per seguire la nuova cucina internazionale.
In un mercato del vino ormai globalizzato, l’enologia italiana deve farsi valere ma anche guardare alle nuove realtà come il Sud America o la Cina, per adattare il proprio stile anche a una diversa tipologia di consumatori. Raccontare un territorio, l’antico sapere del vino e le nuove produzioni, è un mestiere che presuppone un’apertura agli altri territori e saperi, per questo spesso un professionisti formato sui corsi sommelier nel nostro paese, può tracciare un’immagine dell’Italia, ma anche solamente avere un’ottima base di partenza per ampliare il proprio bagaglio culturale.
Non è ancora semplice superare il fascino delle grandi etichette francesi, per questo molti sommelier italiani sono impegnati a mostrare le caratteristiche del vino italiano tramite il loro lavoro nella ristorazione ma anche tramite eventi di degustazione organizzati dai distributori.
Questa categoria, che si occupa della distribuzione del vino all’estero, dedica molta attenzione ai rapporti con i sommelier italiani, per il continuo ampliamento del mercato globale dei nostri prodotti vitivinicoli.
Ti invitiamo, alla fine della lettura di questo articolo, a visitare la pagina del nostro
CORSO SOMMELIER
attivo su oltre 20 città italiane, riconosciuto a livello internazionale e strutturato su un percorso di 3 livelli.
Il corso con processo formativo realizzato in conformità alla Norma Internazionale UNI EN ISO 9001:2015.
Sommelier top all’estero, mancano ancora gli italiani
C’è da dire, però, che in nostri connazionali non sono ancora arrivati al massimo delle loro potenzialità, visto che nessuno di loro è qualificato nel Master of Wine, la scuola dei super sommelier a Londra (Institute of Masters of Wine dal 1953) che rilascia una qualificazione che attesta uno dei più alti standard di conoscenza nel settore della conoscenza del vino.
Gli aderenti a questa prestigiosa scuola sono poco più di 300 e devono impegnarsi per anni nello studio di seminari, masterclass, viaggi; solo il 10% circa riesce, oltretutto, a terminare i corsi sommelier e ritrovarsi un Master dopo questa strettissima selezione.
Se gli italiani sommelier sono molto apprezzati, manca però loro il salto negli ambienti internazionali più elevati, come in questa ristrettissima cerchia di esperti del vino, per dare ancora più lustro alla sommelerie nostrana.
Diversi italiani, invece, recentemente sono riusciti ad entrare nella Court of Master Sommeliers, un’organizzazione che dal 1977 si occupa della formazione nel settore beverage e in particolare in quello del vino e degli accostamenti al cibo. Il diploma di Master Sommelier viene acquisito dopo 4 anni di studio, da circa 200 persone l’anno, valutando anche le diverse sedi che dall’iniziale Londra sono oggi diffuse negli Stati Uniti e America Latina, Cina e Oceania.
Di certo è consigliabile arrivare alla selezione della “Corte” già avendo frequentato dei corsi sommelier base, per poter mostrare le giuste conoscenze e intraprendere una carriera internazionale.