Olimpo del Vino
Un’ area poco conosciuta quella dell’Oregon, lo stato a nord della California, (famosa a sua volta per le eccellenti aree di produzione vini: Napa Valley e Sonoma), dove domina il Pinot Noir e dove i primi vigneti comparvero in questa zona all’inizio degli anni ’60, poco lontano dalla città di Portland.
L’Oregon entra a far parte dei vini “high class” intorno agli anni ’80, come tutte le storie di grandi vini (la California ne è testimone con il Judgment of Paris del 1976 dove iniziò il suo successo versus la Francia), e negli anni’80 vince un secondo posto Eyrie Vineyard di David Lett superando la Borgogna francese di qualche punto.
David Lett fu il fondatore di Eyrie Vineyard, ed era convinto che il clima della Willamette Valley fosse potenzialmente perfetto per la coltivazione del Pinot noir. All’età di 24 anni (con una laurea in viticoltura, un’altra in filosofia e otto mesi di intensa ricerca nelle regioni vinicole europee più rinomate) David Lett si diresse in Oregon, lasciando la California con poco più di 3000 talee d’uva e la ferma convinzione che la Willamette Valley dell’Oregon sarebbe stata la migliore casa per il Pinot nero e lo Chardonnay al di fuori della Borgogna.
Il 22 febbraio 1965, David stabilì cosi l’era moderna della viticoltura nella Willamette Valley.
Negli anni Duemila la superficie vitata di questo meraviglioso vitigno superò i 1200 ettari, e ad oggi sembra raddoppiata, con oltre 10.000 ettari di cui più del 50% appartiene al Pinot Noir; sempre comunque pochi rispetto alla densissima superficie vitata della Borgogna che si aggira intorno ai 27.000 ettari totali, perciò se volete degustare un Pinot noir dell’Oregon dovrete cercare con cura tra le 5 zone vitivinicole di The Rogue, Umpqua, Columbia, WallaWalla e Willemette.
Insomma basta che visitiate la città dei Ponti, Portland, tappa da considerare anche per un viaggio “on the road” lungo la costa del Pacifico per scoprire le bellezze naturalistiche del Pacific north west, tra baie, scogliere, e faraglioni, o ancora le dune sabbiose di Coos Bay, con i suoi incredibili paesaggi.
Come il cono del vulcano Crater Lake, il lago più profondo degli Stati Uniti ed uno dei più incontaminati della Terra, con le sue acque blu e la splendida cornice in cima alla Cascade Mountain Range che regala colori ed esperienze uniche.
Ci si dirige poi a sud-ovest verso la Willemette Valley, tra strade tortuose e colline rurali non appena si lascia l’autostrada: oggi questa zona è riconosciuta come la migliore area vinicola dal clima fresco che ospita due terzi delle cantine e dei vigneti di tutto lo stato, il cui protagonista indiscusso è il Pinot Noir.
Il Pinot Noir d’America
Chiamata anche la Borgogna del Nuovo Mondo, questa zona regala varietà di pinot nero eccezionali, a seconda dell’annata, più o meno fredda, e produce piccole quantità di elevata qualità: gli elementi che rendono questa zona cosi fertile per questo vitigno cosi bisognoso di attenzioni e non facilmente adattabile a tutti i tipi di clima e territori sono svariati, a partire da un ambiente molto umido che conseguentemente determina le esposizioni dei vigneti quasi sempre verso sud; qui abbiamo tre tipi di composizione di suolo: uno chiamato Jory, particolare per la sua composizione vulcanica, con sedimenti marini e basalti nella Willemette, mentre nella zona di Dundee Hills (sottozona più famosa della Willemette, con le vigne più antiche) più collinare e fresca il terreno ha una componente vulcanica ma anche ricca di argilla e ferro regalando cosi corpo e struttura ai vini; se ci spostiamo poi in altre zone troveremo un altro terreno ancora, che localmente chiamano Willankenzie, secco e anch’esso però ricco di sedimenti marini, infine il terreno chiamato Loess più limoso che rilascia ai vini una punta speziata di pepe e un frutto rosso che ricorda la ciliegia matura.
Oltre al suolo i fattori da considerare, in questa zona cosi fresca per il facile adattamento del vitigno, sono: da una parte le brezze rinfrescanti dal Pacifico, dell’altra la presenza delle Cascade Mountains, sistema montuoso che si estende dalla California settentrionale alla Columbia Britannica centrale, che forma il margine orientale della Willamette Valley.
Le High Cascade, coincidono con l’arco vulcanico particolarmente scenico, fascia quasi continua di grandi centri vulcanici, coni di scorie e cupole di lava (da qui il terreno così ricco e particolare).
Il clima spesso spietato sia in primavera che in autunno, la nebbia mattutina determinante per esporre le vigne a sud e far maturare le uve in maniera ottimale, regala vini “juicy” e dai tannini più sottili che in Borgogna.
In generale le annate più fresche producono sempre vini magri ed eleganti con grande potenziale di invecchiamento, mentre quelle calde regalano ricchezza, frutta matura e pienezza nel corpo.
Dundee Hills è la sottozona dove troviamo i Pinot Noir più pregiati, il suo epicentro, ed i vigneti più antichi: “probabilmente avrà un sapore di ciliegie rosse setose o lamponi con un tocco di suolo della foresta con la rugiada autunnale e un pizzico di misteriosa mineralità. Dovrebbe essere, in breve, la firma stessa di ciò che il mondo considera come il Pinot nero dell’Oregon. Il Pinot nero dell’Oregon non è nato nelle Dundee Hills, ma è nelle Dundee Hills che il Pinot nero dell’Oregon ha conquistato per la prima volta la sua reputazione mondiale di grandezza”
Così scrive Cole Danehower, scrittrice e critica del vino, una sorta di avvocato dell’industria del vino dell’Oregon.
Situata a 28 miglia a sud-ovest di Portland, il Dundee Hills AVA comprende oltre 2500 ettari con geologia risalente a 15 milioni di anni fa; qui troviamo i Pinot nero con ampi aromi di lampone e te’ nero, sapidi ed intensi, e produttori eccellenti come Eyrie Vineyard, o anche Four Graces, chiamata cosi in onore delle quattro figlie, per simboleggiare quattro livelli e posizioni dei vigneti e per enfatizzare i quattro diversi vini che vengono prodotti, mettendo così in risalto le qualità uniche dei vigneti di proprietà.
Nuovo Mondo versus Vecchio Mondo
Il vitigno nobile dunque si esprime diversamente a seconda di dove viene coltivato, anche se predilige climi freschi; non è solo una questione stilistica di come viene lavorato in vigna ed in cantina, ma anche e soprattutto questione di terroir, regalando vini con l’animo francese e dal terreno locale (French soul in Oregon soil).
Basti pensare che l’Oregon si posiziona al quarto posto per la produzione di vino statunitense.
Rispetto alla Borgogna c’è molta più luce diurna e prolungata, perciò il carattere più fruttato sovrasta qui quello invece più austero della Borgogna, il tannino è meno pronunciato, c’è più struttura e più rotondità rispetto ai borgognoni, ma sicuramente maggiore freschezza rispetto alla vicina California.
Infine l’uso del legno è spesso riconducibile a quello francese, rovere, lasciando così spezie dolci e terrosità più pronunciate.
Il pinot noir è il simbolo di eleganza, grazia e trasparenza, e se fino a 50 anni fa questa zona rimaneva nascosta ed inascoltata dai critici, oggi rientra a testa alta nelle classifiche dei vini più prestigiosi del mondo.
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