La moda del vino dealcolato è nata da qualche anno, quando il vino analcolico ha iniziato a rendersi disponibile al commercio, grazie ad una produzione particolare, con trattamenti che portano il tenore alcolico del vino inferiore allo 0,05% – non totalmente analcolico ma quasi!
Ma vale la pena di rischiare di sostituire una degustazione vini con quella di prodotti analcolici, oppure si rimane sicuramente delusi? Scoprendo i processi produzione del vino analcolico, si potrà capire anche quali siano i pro e contro del vino dealcolato.
Come si produce il vino senza alcol
Prodotto seguendo le tecniche di vinificazione classiche dei vini, che siano rossi, bianchi o rosati, il vino viene sottoposto ad un trattamento in grado di depotenziare l’alcol al suo interno, lasciandone solo piccole tracce decisamente trascurabili per chi vuole seguire una dieta senza alcolici o per chi vuole bere e poi guidare in una dimensione, giustamente, alcol free.
Chi segue un corso di degustazione vini sa bene, o dovrebbe sapere, quali sono le fasi di produzione del vino. Per questo, conoscendo come avviene la vinificazione, si può capire anche come avviene la dealcolizzazione del vino.
La separazione dell’etanolo dal vino (estratto in modo totale o parziale), si può effettuare tramite il cosiddetto sistema vacuum, che dura pochi minuti e dà ottimi risultati per ottenere il vino analcolico, dato che il sistema non danneggia la fragranza del vino.
Si parte dal vino già maturato nelle botti di acciaio, tramite una trasformazione che separa il liquido dall’alcol e lo elimina. A basse temperature, il vino analcolico si ottiene tramite un processo fisico di separazione che parte appunto a 28 °C e con la bassa pressione, raccogliendo gli aromi naturali del vino parallelamente all’evaporazione dell’alcol.
Gli aromi andranno poi restituiti alla bevanda, ormai dealcolizzata. Nel vino senza alcol il sapore legato agli zuccheri può mutare ma, in ogni caso, non vengono alterate le componenti di sapore dovute ai flavonoidi, al resveratrolo e ad altre sostanze benefiche per la salute.
Il sapore del vino analcolico: resta veramente uguale?
In molti recenti prodotti della vinificazione dealcolizzata, tolto l’alcol il sapore rimane pressoché intatto. Di certo non si possono paragonare gli stessi sapori di uno spumante zuccherino originale alla sua versione dealcolizzata, percepita dagli esperti di degustazioni di vino, ma il vino analcolico può essere ben piacevole e similare, per chi non è così pretenzioso con una bevanda priva di alcol.
Se per alcuni degustatori di vino analcolico il sapore è dolce e amabile ma sembra un po’ annacquato, ce ne sono altri che apprezzano questa sua leggerezza.
Rispetto al suo corrispettivo alcolico, un vino dealcolizzato può variare di certo e, per questo, sono necessarie delle degustazioni vini mirate a capirne le sfumature e differenza. Un percorso di avvicinamento al vino analcolico, sarebbe utile per orientarsi anche in questo settore.
In ogni caso, viene consigliato un servizio di vino analcolico freddo, anche nel caso del vino rosso, dato che la bassa temperatura andrà a compensare la carenza di alcol, esaltandone gli aromi derivanti dalle uve. La sua scadenza è di circa 3 anni, e può essere tenuto anch’esso in cantina… di certo non per l’invecchiamento!
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Il vino analcolico in commercio
Effettuare il processo di dealcolizzazione del vino è vietato in Italia. Partendo da questo, sappiamo che però non ne è vietato certo l’acquisto dei prodotti esteri per la degustazione di vino senza alcol, quando se ne trovano presso negozi specializzati, raramente enoteche, e soprattutto tramite l’acquisto online.
La vendita dei vini dealcolati presenta nel nostro mercato vini Chardonnay, Merlot, Syrah, rossi, bianchi e rosati, Cabernet Sauvignon e diversi altri vini frizzanti o gassificati.
Questi non sono propriamente vini, dato che l’uva si fa fermentare a bassa temperatura, evitando la trasformazione degli zuccheri in alcol, per essere poi gassificati e lanciati in commercio come spumanti analcolici.
Sulle produzioni estere di vero vino analcolico, risale al 2009 la prima campagna pubblicitaria di una casa di produzione di vino dealcolato la quale proponeva sul mercato analcolici rossi, bianchi o rosé declinati nelle confezioni in lattina oltre che bottiglia. Un incentivo a consumare vino e poi guidare senza rischi, tramite il consumo di vino analcolico dal sapore gradevole, per una guida responsabile.
Oltre a questa motivazione di natura più sociale, il vino dealcolato si è diffuso anche per la richiesta di vino non alcolico da parte di coloro che seguono diete dove gli zuccheri in eccesso sono banditi, da chi adotta un regime alimentare ipocalorico a chi soffre di diabete, epatopatia, pancreatite o ipertensione; oltre a coloro che seguono una dieta senza alcol per motivi religiosi oppure coloro che sono affetti da alcolismo e cercano un’alternativa che permetta loro di non eccedere.
Solo per i diabetici ci sarebbero delle remore, dato che il vino analcolico presenta un tenore di zuccheri basso ma non elimina quelli presenti nell’uva.
Quanto è richiesto il vino analcolico
Se in molti paesi dove il problema alcolico è rilevante questo prodotto di vinificazione potrà divenire sempre più di moda, il Italia sarà ben difficile.
Sono molti i motivi per cui una patria del vino come il nostro paese difficilmente adotterà la tendenza di bere vino analcolico.
Una tradizione secolare rende il vino in Italia soprattutto una bevanda da pasto, che andrebbe a perdere la sua identità con un processo di dealcolizzazione innaturale (seppure anche la vinificazione stessa non sia certo presente in natura).
Inoltre, i giovani sembrano meno attratti dal vino e più dalle bevande alcoliche, ed è per questo che tanti discorsi sulla guida responsabile, che vedono il target dei 18-30enni in prima fila, più che vertere sul vino dovrebbero focalizzarsi sul mercato degli eventuali cocktail analcolici o delle birre a bassissima gradazione.
Solo per quanto riguarda coloro che soffrono di alcune patologie o scelgono il vino senza alcol per motivi dietetici, potrebbe esserci un vantaggio nella scelta dell’analcolico.