Il vino svolge un ruolo importante nella cultura di tutto il mondo e di certo non poteva essere escluso dalla più grande rappresentazione dell’immaginario collettivo umano: il mondo del cinema.
Il vino nei film svolge ruoli diversi: può servire per affermare uno status, delineare il carattere o i gusti di un personaggio o enfatizzare un momento. Grandi classici, film d’animazione, serie tv sono sfondi perfetti in cui incastonare una bella bottiglia di vino, la cui scelta non è mai casuale. Per non parlare del mondo degli spirits, come il “Martini agitato non mescolato” di James Bond o il Cosmopolitan delle “ragazze” di Sex and The City, ma qui ci vorrebbe un articolo a parte (magari può essere uno spunto per i nostri barman), per cui concentriamoci sui vini.
Ogni bottiglia o vino nei film richiama infatti un posto preciso nell’immaginario e nella cultura comune che può essere quindi facilmente colto dal pubblico. Come vedremo spesso è stato il cinema stesso a creare la fama di un vino o al contrario l’ha distrutta. Di seguito vi propongo una serie di film in cui il vino ha interpretato, per così dire, un piccolo cammeo!
Il vino e i film: il rapporto con i personaggi famosi
Il cinema ha dato la vita ha molti personaggi famosi, che sono entrati nelle nostre vite e nel nostro immaginario attraverso lo schermo. La creazione di saghe fatte di più capitoli ha portato alla costruzione del loro carattere, della psicologia, dei risvolti più umani, come gusti e abitudini, che ci hanno portato ad amarli o ad odiarli per questo.
James Bond, ad esempio, ha una lunga storia d’amore con il vino nei suoi film. Da brava spia inglese, elegante e charmant, Bond viene inevitabilmente abbinato a cose raffinate e costose: abiti di alta sartoria, auto di lusso e quindi anche Champagne. Lo Champagne viene associato a molte scene romantiche dell’agente 007: da sempre infatti le bollicine sono viste come un qualcosa di afrodisiaco e legato al piacere o allo svago, oltre che ai festeggiamenti. Le bottiglie nei film di 007 vengono usate quasi sempre come armi di seduzione, infatti vengono perlopiù consumate direttamente in camera da letto.
Così come nel film Goldfinger in cui Sean Connery nei panni dell’agente 007 prende una bottiglia di Dom Perignon da un seau a glace ai piedi del letto e notando che si è ormai riscaldato afferma: “ci sono cose che non andrebbero mai fatte come bere un Dom Perignon del ’53 a una temperatura superiore a 4° oppure ascoltare i Beatles senza paraorecchie”.
Non è tra l’altro l’unico film in cui troviamo Bond a sorseggiare questo famoso Champagne. Anche in altri sui film come “Dr. No”, “On Her Majesty’s Secret Service” e “The Spy Who Loved Me” James Bond beve il suo amato Dom Perignon in diverse vintage.
Ma James Bond non beve solo Dom Perignon, è molto legato anche alla maison Bollinger e il suo personaggio ha contribuito a creare il mito di questo Champagne, che per molto tempo (ma forse ancora oggi per i suoi fan) è stato associato alla celebre spia. Qui di seguito un video con una serie di film in cui Bond beve Champagne Bollinger, tra cui Pierce Brosnan in Golden Eye.
In una più recente versione, nel film Casino Royale troviamo James Bond, interpretato da Daniel Craig, in una lussuosa cabina ristorante di un treno a cena con Vesper in uno dei loro primi incontri. Lei parla, ma lui sembra non ascoltarla perché più preso dalla carta dei vini che dal discorso: ha ordinato infatti uno Chateau Angelus (celebre e costoso Bordeaux di St. Emillon) riconoscibile facilmente dalla storica etichetta. Ahaa gli uomini cosa non farebbero pur di fare colpo! Ma Vesper non si lascia incantare, né dal vino né dall’orologio di lusso o dal vestito che vengono citati nella stessa scena proprio per sottolineare l’alto potere di spesa che ha la spia nonostante egli non sia ricco di famiglia, ma solo grazie al lavoro che svolge.
E a proposito di uomini facoltosi, non è sfuggito al nostro occhio il miliardario Tony Stark, che nel terzo capitolo della saga “Iron Man” apre una bottiglia di Louis Jadot Macon Village (Chardonnay) per farsi perdonare uno dei suoi tanti colpi di testa dalla sua segretaria e ormai compagna Pepper Pots.
Non solo uomini ricchi e charmant vengono però associati al vino nei film. C’è un altro noto personaggio del cinema che è stato per così dire abbinato al vino (con annessa polemica dell’opinione pubblica). Parliamo di Annibal, noto personaggio hollywoodiano interpretato da Anthony Hopkins, nel cult “Il silenzio degli innocenti” mentre è in carcere viene interrogato dal FBI e confessa i suoi atti di cannibalismo. In maniera provocatoria afferma di aver mangiato un fegato umano con contorno di fave abbinato a un Chianti. Il vino qui serve a sottolineare il piacere che egli provava nel compiere atti efferati, al punto da godersi il pasto con tanto di abbinamento del noto vino toscano.
Sempre Annibal nel film “Hannibal Lecter” (2001) durante una cena con l’agente del FBI Clarice Starling (Julianne Moore) – in una scena a dir poco cruenta – fa uno “show cooking” del cervello aperto dell’ospite Paul Krendler (Ray Liotta) abbinandoci un Trimbach Riesling Clos Sainte Hune, Alsace, France.
Vino nei film: grandi classici francesi
Il vino francese (ahimè) è una spanna sopra gli altri. I francesi sono riusciti a creare i più grandi e costosi vini, conosciuti e riconosciuti a livello globale. Anche negli esempi precedenti molti riferimenti erano appunto a vini francesi. Sebbene molto diversi tra loro, i prossimi film hanno tutti qualcosa in comune: al loro interno sono state inserite delle grandi etichette di vini francesi. Vediamo come.
In Jurassic Park i due archeologi Alan ed Ellie vengono contattati dal magnate John Hammond per far visita al suo parco giochi giurassico. Entrato nella loro roulotte Hammond apre una bottiglia di Champagne Moet, che i due tenevano da parte per festeggiare qualche ritrovamento durante gli scavi, dicendogli che è quello il giorno fortunato che tanto aspettavano! Per molti infatti la Moet è considerata la bottiglia delle feste e dei festeggiamenti, si apre ai compleanni, si regala a Natale e anche qui viene associata a un giorno speciale.
Grande amante dei vini francesi è un altro noto protagonista hollywoodiano, ma in questo caso non sto parlando di un attore o un personaggio cinematografico bensì di un amato regista: Woody Allen. In molti suoi film infatti troviamo scene con grandi vini francesi: in “Misterioso omicidio a Manhattan” Carol (Diane Keaton), appassionata di cucina e con il sogno di aprire un ristorante, indaga sull’omicidio di una vicina insieme al marito (Woody Allen) e al suo amico ed ex amante Ted (Alan Alda). Sarà proprio Carol a rievocare un ricordo della relazione con Ted, in cui galeotta fu una bottiglia di Château Margaux. Woody vuole infatti sottolineare l’ambiente ricco dell’upper class intellettuale newyorchese in cui è inserito il film e questo richiamo ad uno dei più importanti Premier Cru di Bordeaux non è senz’altro un caso.
Nel più recente film “Midnight in Paris”, il protagonista Gil (Owen Wilson), scrittore in cerca d’ispirazione con la fissa per il ‘900, si ritrova catapultato nella Parigi degli anni ’20 in un bar al tavolo con artisti come Scott Fitzgerald, Luis Buñuel, Picasso e Dalì. Ed è proprio quest’ultimo che nel bel mezzo di una discussione ordina al cameriere “una bottiglia di vino rosso” e gli viene servita niente meno che una bottiglia di Haut Brion (probabilmente dell’annata ‘28). Per evidenziare l’ambiente intellettuale e per rimarcare l’importanza che la città svolge nel film era immancabile un riferimento al prestigioso vino francese.
Infine nel film “Match point”, un’aspirante attrice squattrinata (Scarlett Johansson) inizia a frequentare un ragazzo dell’alta società e durante un pranzo in un importante ristorante alla domanda del cameriere “avete scelto il vino?” lui distrattamente ordina non una, ma ben due bottiglie di Puligny-Montrachet, il re degli Chardonnay di Borgogna.
Non sono mancati riferimenti al vino nei film d’animazione. Ratatouille noto film d’animazione Disney interamente incentrato sulla nouvelle cusine francese degli anni ‘70 non poteva non citare due importanti e storici vini francesi. Il primo fa parte della collezione segreta di chef Skinner gestore del ristorante Gusteau’s: è uno Chateau Latour ’61 aperto dopo il servizio come vino da meditazione.
Il secondo quando il critico gastronomico Anton Ego in visita al ristorante Gusteau’s per la sua recensione ordina nell’attesa dei piatti uno Cheval Blanc ‘47. L’abbinamento risulterà non proprio perfetto visto che lo chef Remy gli proporrà per l’appunto una ratatouille.
E una bottiglia di Cheval Blanc ci riporta all’ultimo film di cui voglio parlare: Sideways. Infatti il protagonista del film, Myles (Paul Giamatti), confessa a Maya di avere nella sua collezione di vini uno Cheval Blanc del ’61 ma di aspettare il momento giusto per aprirlo. Lei un po’ stupita gli dice “ma cosa aspetti ad aprirlo? Aprire uno Cheval Blanc del ’61 è già un evento speciale!”. Spoiler: finirà per aprirlo in fast food e berlo in bicchiere di carta abbinato ad hamburger… forse non era proprio quello che aveva in mente Maya!
Sideways è tra l’altro un esempio in cui un film ha influito negativamente sulla reputazione di un vino: il protagonista, pur apprezzando il Premier Gran Cru Classè di St Emilion, ha decretato il calo di vendite del Merlot negli Stati Uniti, relegandolo a vino cheap e da incompetenti a favore del Pinot Noir che invece tanto piaceva al protagonista. Tutta colpa di una frase che Myles rivolge all’amico Jack poco prima di entrare in un ristorante: “Se qualcuno ordina Merlot me ne vado! Non berrò nessun dannato Merlot”.
Come riportato da Il Post i responsabili di uno studio sul calo di vendite del Merlot americano affermavano: “Ci siamo chiesti se il film Sideways abbia avuto un effetto significativo sul consumo di Merlot, di Pinot nero e di vino in generale. I risultati confermano la teoria secondo cui il film ha avuto un piccolo impatto negativo sul consumo di Merlot, mentre ha fatto crescere il consumo di Pinot nero.”
A volte il vino nei film può davvero ritrovarsi ad avere un ruolo inaspettato!

Relatore per Degustibuss regione Campania, in possesso del secondo livello WSET, Sommelier AIS. Laureata in Culture digitali e della Comunicazione nell’Università Federico II di Napoli, ha fatto della sua passione un lavoro unendo gli studi all’amore per la sua terra e per il vino. Si occupa di comunicazione digitale nel settore enogastronomico. Ha collaborato con diverse associazioni, cantine e locali sul territorio per la realizzazione di eventi e degustazioni con l’obiettivo di promuovere i vitigni e i vini campani.