Bolgheri Sassicaia è un nome che evoca l’unicità dei vini italiani DOC, anzi dei vini toscani rossi nel mondo. Ce ne sono di vitigni e di produzioni vitivinicole, eppure il Sassicaia è un vino esclusivo, che si è conquistato un nome tra qulli pià pregiati e rinomati in assoluto.
Gli amanti della degustazione dei vini più raffinata, ben conoscono questa produzione vinaria che prende la sua denominazione da una zona ben precisa della Toscana, il comune di Castagneto Carducci, che a sua volta è così denominato dai primi del Novecento, per la presenza del grande poeta nel territorio di Bolgheri e Castagneto.
Pregiato, costoso e squisito: il Sassicaia DOC della Tenuta San Guido
Questo vino è un vino DOC, ovvero di denominazione di origine controllata, che viene prodotto con uve che sono almeno all’85 per cento uve di Cabernet Sauvignon e al 15 per cento uve Cabernet Franc
Ma la sua esclusività sta nel fatto che viene prodotto, appunto, in esclusiva nell’azienda vitivinicola Tenuta San Guido, la quale è proprietaria di tutti i vigneti di questa zona delimitata dalla DOC.
Lo stile di vinificazione del vino Sassicaia parte dal Cabernet e dall’uso delle barriques, che negli anni Sessanta fu innovativo per l’Italia ma si diffuse, col tempo, in tutto il territorio nazionale – la prima vigna del Sassicaia dell’epoca, infatti, è considerata la vera culla del Cabernet italiano.
Ad oggi, il riconoscimento del tipo di vino DOC autonomo è stato sancito tramite il D.L. 05/11/1994 mentre il riconoscimento da parte di chi lo assapora ad una degustazione vini, è dato delle sue caratteristiche organolettiche. Si parte dal colore rosso rubino intenso, che col tempo degrada verso il granato; l’odore è ricco di aromi ma raffinato, il sapore è quello di un vino pieno, robusto e armonico, di struttura elegante e nello stesso tempo con un tono asciutto.
Questo famoso vino rosso che, se all’inizio non conobbe una grande diffusione, ebbe dagli anni Settanta molti seguaci, che riconobbero col tempo le doti del vino Sassicaia, come un vino di grande levatura che col tempo trasforma i suoi difetti in virtù, con un’anima nobile e una storia che parla di un terreno speciale.
La storia dei vigneti Sassicaia
La sua coltivazione risale agli anni Sessanta, quando si decise di iniziare la produzione di questo vino da un terreno sassoso, che ogni anno porta in superficie nuove pietre dal sottosuolo: sono frammenti delle montagne locali, che danno origine al nome del territorio, detto Sassicaja già nell’Ottocento e che aveva dato i suoi frutti con i vigneti del marchese Leopoldo Incisa della Rocchetta.
Dal 1968 in poi, il vino Sassicaia apportò sul mercato un prodotto unico, che fu frutto degli studi del marchese Incisa sui Cabernet Sauvignon e il Cabernet Gris, preziosi innesti dalle tradizioni del Bordeaux per le colture del vino nelle sue tenute. Il pronipote, Mario Incisa della Rocchetta, un secolo dopo prese ispirazione dai cataloghi del suo antenato per per entrare in attività con i suoi vigneti di Bolgheri, trapiantando barbatelle bordolesi.
Un vino bordolese sul terreno sassoso di Toscana: una scommessa che nella Tenuta di San Guido fu vinta, anche grazie alle intuizioni di Incisa, il quale riconobbe la somiglianza morfologica di questa zona Sassicaia con il terreno di Graves (ghiaia, appunto), nei pressi di Bordeaux.
E in questo campo di Castiglioncello, che diventerà poi l’Oasi Bolgheri, prima oasi italiana riconosciuta a livello internazionale, troveranno le radici le piante del Cabernet, per creare il primo DOC singolo italiano, con uno stile di vinificazione eccezionale. Ad oggi è il vino italiano di una cantina che, caso unico, possiede una DOC appositamente riservata: Bolgheri Sassicaia si può utilizzare solo per gli 85 ettari della Tenuta San Guido e per il vino prodotto nell’azienda vitivinicola, un cru Sassicaia interamente posseduto da una sola azienda.
I vigneti della Tenuta San Guido, dal Cabernet al Merlot
Sono suddivisi in diverse aree a seconda delle caratteristiche di esposizione al sole e al vento, oltre che in base alla composizione del terreno.
A Castiglioncello, Doccino e Quercione si coltivano viti ad un’altezza collinare, dai 200 ai 300 metri sul livello del mare, mentre nei vigneti San Martino e Mandrioli le produzioni vinicole sono posizionate a ridosso delle colline, nella zona centrale della Tenuta.
Per coltivare più in basso, sempre a cordone speronato, ci sono i vigneti Sassicaia e Aianova, che si estendono un’altitudine di circa 80 metri s.l.m.
Il clima di questa celebre tenuta del vino Sassicaia, viene influenzato dal mare e dalle colline retrostanti, con un’atmosfera o meglio una barriera protettiva che ripara dai venti settentrionali: un riparo perfetto per la corretta maturazione delle uve Cabernet.
Dopo la vendemmia, di regola effettuata nella prima parte del mese di settembre, si avvia la fermentazione alcolica per circa 12-14 giorni. La seguente fermentazione malolattica arriva a coprire il mese di ottobre, e successivamente il vino viene messo ad invecchiare in barriques di rovere francesi per circa 24 mesi.
Sarà imbottigliato per un ulteriore affinamento di 6 mesi nelle bottiglie della cantina della Tenuta San Guido.
Con l’arrivo di Nicolò Incisa, la tenuta vitivinicola ha esteso i vigneti anche a coltivazioni di Merlot e Sangiovese, con una produzione di circa 200 bottiglie all’anno. Un recente vino del 2000, il Guidalberto (dedicato all’antenato Guidalberto della Gherardesca), ha visto una vinificazione del Merlot, mentre il bled Sangiovese-Cabernet Sauvignon è riservato all’etichetta Le Difese, per un vino giovane e morbido.
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Il vino Sassicaia nelle sue annate migliori
Il cosiddetto “Annus Mirabilis” del vino Sassicaia è considerato il 1985, annata di cui si parla come uno dei più grandi vini mai assaggiati al mondo, considerato a pochi passi dalla perfezione nelle degustazioni vini più esclusive.
Ne fanno un assaggio unico di armonia ed esatta composizione, anche le doti di forte aroma complesso di minerali, ribes, liquirizia e rovere, con un grado di concentrazione eccezionale e una lunga persistenza.
Lo spessore delle uve ha consentito una vinificazione e macerazione di 15 giorni, con un’alta estrazione di polifenoli, e un invecchiamento che per questo vino Sassicaia 1985 è durato 24 mesi nelle barriques di Troncais,
Per chi ha frequentato un corso da sommelier, è nota l’annata di questo vino così come le altre, di cui si ricordano annate eccellenti per il 1978, 1988, 1990, 1995, 1997 e, recentemente, il 2004.
La vendemmia del 1978 ha protratto l’invecchiamento in barriques per 22 mesi, con un risultato di un vino rubino carico, ricco di tannini evidenti al palato per i più esperti di degustazioni.
In particolare il 1990 si presente un vino Sassicaia corposo, definito, con alta concentrazione, purissimo e ricco di tannini. Per chi ad oggi ha, invece, sa attendere col desiderio di una degustazione perfezionata, l’annata del 1995 presenta ancora altri 10 anni di potenziale invecchiamento e maturazione. Sarà ancor più ricca di aromi floreali, con una forte struttura e purezza.
Per chi ha la fortuna o l’ardire di degustare queste annate del vino Sassicaia (anche dati i prezzi stratosferici e la loro rarità), sono consigliati abbinamenti con cibi dal sapore intenso, particolarmente con la cacciagione, i formaggi dal gusto deciso, noci, funghi porcini in stile crudité.
Una gioia del palato e un vanto, per chi è ormai appassionato delle degustazioni di vini di alto livello.